La polizia indiana ha arrestato
oggi a Nuova Delhi 200 persone che partecipavano ad una marcia di
protesta per le ripetute violenze degli ultimi mesi contro
fedeli e chiese cristiane in particolare nella capitale indiana.
Il corteo era partito dalla cattedrale cattolica del Sacro
Cuore per recarsi alla residenza del ministro dell'Interno,
Rajnath Singh, al fine di chiedere una energica azione contro
gli autori degli attacchi. Ma la polizia, che non lo aveva
autorizzato, lo ha bloccato procedendo agli arresti.
La manifestazione era stata
convocata dall'arcidiocesi della capitale dopo l'ennesimo
attacco avvenuto il due febbraio contro una chiesa, la St.
Alphonsa Church di Delhi, in cui sconosciuti hanno compiuto atti
di vandalismo, dissacrando anche le ostie di una pisside. Nel comunicato si convocava "una manifestazione pacifica per portare a conoscenza del governo i frequenti attacchi contro le chiese cattoliche di Delhi e sollecitare il governo a fornire sicurezza a tutti i luoghi religiosi, svolgere approfondite
indagini sugli atti di violenza e consegnare alla giustizia i
loro responsabili".
Prima che il corteo fosse bloccato dalla polizia, i
partecipanti gridavano slogan come "Vogliamo giustizia!",
mostrando cartelli e striscioni con le scritte "Basta con gli
attacchi contro di noi!" e "La pace è tutto quello che
desideriamo!". Gli agenti sono intervenuti anche perchè, ha riferito la tv
Times Now, un gruppo di militanti del partito dell'Uomo comune
(Aap) del "Beppe Grillo indiano" Arvind Kejriwal, impegnati
nella campagna elettorale per le elezioni cittadine di sabato,
si erano uniti alla manifestazione.