Sostenitori di Trump ad un incontro elettorale in Florida
Chiedetelo ad Al Gore se la Florida è importante. Chiedetelo all’ex vicepresidente che mancò la Casa Bianca per appena 537 voti, dopo 36 giorni di corsi e controricorsi legali risolti solo dalla Corte suprema, l’11 dicembre del 2000, a favore di George W. Bush. Solo la tendenzialmente democratica California (55) e il tradizionalmente repubblicano Texas (38) assegnano un numero maggiore di grandi elettori rispetto ai 29 della Florida. Per questo il popoloso Sunshine State è uno spartiacque importante: per arrivare alla maggioranza di 270 grandi elettori bisogna vincere qui. Così Hillary Clinton e Donald Trump da un paio di giorni hanno piantato le tende della loro campagna elettorale da queste parti.
Dopo settimane di calo, per il miliardario oggi è arrivata anche una notizia confortante. Per la prima volta da diverso tempo, infatti, Trump è tornato in vantaggio in un sondaggio e ciò è accaduto proprio in Florida. Secondo una rilevazione condotta da Bloomberg, il tycoon guida di due punti (45 contro 43%) sull’ex segretario di Stato. La media di Real Clear Politics – che tiene conto degli ultimi cinque sondaggi effettuati – vede così scendere il vantaggio di Clinton nello Stato ad appena un punto percentuale, un’inezia. Clinton è superfavorita soprattutto tra gli elettori delle minoranze, tra i quali surclassa Trump di 33 punti, e tra i laureati, che le assegnano un margine di 10 punti. A livello geografico, va forte soprattutto nell’area di Miami, con oltre 30 punti di vantaggio sul tycoon. Trump, viceversa, è popolare nelle zone rurali e tra gli elettori meno istruiti.
“Swing state” per antonomasia, negli ultimi otto decenni la Florida – travolta nel 2009 dalla crisi dell’immobiliare - ha votato dieci volte a favore del candidato democratico alla presidenza e undici volte per quello repubblicano. Per battere Trump, Clinton punta soprattutto sull’affluenza dei giovani, visto che i votanti tra i 18 e i 34 anni sono diventati il gruppo elettorale numericamente più consistente. Ma spesso sono proprio i giovani a non essere attirati dalle proposte dai due candidati. Uno di loro, Adrian, descrive le presidenziali di quest’anno come «la scelta tra una donna che incarna tutto ciò che c’è di scorretto nella politica e un uomo che rappresenta tutto ciò che è sbagliato nell’umanità». «Alla fine tutto si riduce al male minore», evidenzia amaramente anche Monica, una studentessa di origine latina che potrebbe non votare affatto. «Certo Trump ha umiliato le donne e le minoranze, ma non mi fido nemmeno di Hillary, non so perché. O forse per lo scandalo delle email cancellate quando era segretario di Stato».
Hillary balla e fa i biscotti
Nelle ultime ore, Clinton ha scelto di apparire nel programma “El Gordo y la Flaca” di Univision, canale per i telespettatori ispanici, cercando di rafforzare il suo sostegno tra la comunità dei latinos. Durante il programma una poco convenzionale Hillary ha ballato, ha dato la sua ricetta per i biscotti al cioccolato e si è vista offrire una bottiglia di tequila.
Dal canto suo Trump ha visitato il museo della Baia dei Porci a Miami, lodando i veterani del fallito tentativo da parte di esuli cubani e di mercenari, addestrati dalla Cia, di rovesciare Fidel Castro a Cuba nel 1961. Gli stessi che pochi giorni fa avevano annunciato che voteranno per lui nella speranza che il repubblicano ribalti la politica distensiva di Obama nei confronti di Cuba, politica che ha portato al ripristino delle relazioni diplomatiche nel 2015. Trump ha già fatto sapere durante la campagna che applicherà mano dura contro il regime di Raul Castro se sarà eletto, argomento che in Florida fa ancora presa.
«Non do nulla per scontato. È un'elezione incerta, non credete ai sondaggi», ha ammonito ieri Clinton, durante un comizio a Coconut Creek, nella contea di Broward. Poi, per festeggiare in anticipo il suo compleanno di oggi (compie 69 anni), ha assistito a Miami ad un concerto di Adele (che è «al 100% per Hillary Clinton» ha detto il portavoce della candidata). Hillary continuerà anche oggi a fare campagna in Florida prima di passare il testimone al presidente Barack Obama, venerdì ad Orlando. In programma a favore della democratica anche due concerti, quello di sabato a Miami della popstar Jennifer Lopez e quello del 5 novembre di Bon Jovi a Tampa.
Trump passa in Florida parecchie settimane all'anno. A Palm Beach la sua tenuta Mar-a-Lago, acquistata nel 1985 per 10 milioni di dollari, si estende su 69mila metri quadri e conta 126 camere rifinite in marmo e foglia oro. «Sono estremamente fiducioso sul fatto che vinceremo la Florida», ha assicurato il miliardario, cavalcando l'aumento dei costi dell’Obamacare, la riforma sanitaria voluta da Obama che intende cancellare e avvertendo che Clinton, con le sue politiche per la Siria, ci trascinerebbe «in una terza guerra mondiale», «a causa del potenziale conflitto con le forze militari russe in possesso di armi nucleari». «Donald Trump probabilmente avrebbe chiamato George Washington un perdente», la lapidaria risposta di Clinton, fiduciosa di assestare proprio in Florida il colpo decisivo alle ambizioni del miliardario.