sabato 30 novembre 2024
Asili che si convertono in case di cure. Crescita dei servizi e dell'assistenza sanitaria per gli anziani. Pechino prova a fronteggiare la drammatica crisi demografica che sta terremotando il Paese
La popolazione cinese invecchia sempre più rapidamente

La popolazione cinese invecchia sempre più rapidamente - ANSA

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Zhuang Yanfang, 56 anni, ce l’ha messa tutta ma alla fine ha rinunciato. O meglio, ha cambiato decisamente rotta. Nel 1998 Zhuang aveva aperto un asilo nido privato nella città di Jinhua, nella provincia di Zhejiang, nella Cina orientale: nelle aule della struttura sgambettavano fino a 300 bambini. Poi l’inizio del declino. Anno dopo anno, il numero dei piccoli alunni è iniziato a scemare, “nel 2023 c'erano ormai solo 60 bambini nel nostro asilo", ha raccontato al Global Times. Quindi l’idea. Convertire l’asilo in una casa di cura per anziani. "Run Nian Zhi Jia", letteralmente "una casa di vita nutriente", ospita camere doppie, triple e quadruple, con un costo che oscilla tra i 4.000 e i 6.000 yuan (563-844 dollari) al mese. Per coloro che tornano a casa di notte, la quota mensile è di 2.800 yuan. Oggi all'interno della struttura vivono 10 persone, tutte di età superiore agli 80 anni.

Non siamo davanti a un caso isolato. Anzi, quella delle riconversioni è un fenomeno che si sta diffondendo in Cina a macchia d’olio. Il motivo è presto detto: la radicale trasformazione che sta investendo in profondità la società cinese. Una società con sempre meno bambini e sempre più anziani. I dati catturano il fenomeno. Le nascite nel gigante asiatico sono crollate del 6% nel 2023 a nove milioni, mentre il numero di bambini in età prescolare è diminuito del 12%. L'anno scorso, circa 297 milioni di persone avevano 60 anni o più, vale a dire più di un quinto della popolazione. Entro il 2035, si prevede che la quota supererà i 400 milioni di persone: più del 30% dell’intera popolazione cinese sarà anziano.

Come scrive l’Ap, lo “tsunami” demografico “sta alimentando la crescita di servizi e prodotti rivolti agli anziani in quella che Pechino chiama “l'economia d'argento”, che si prevede passerà dagli attuali 7 trilioni di yuan (circa 982 miliardi di dollari) a circa 30 trilioni di yuan (circa 4,2 trilioni di dollari) nel 2035, aumentando la sua quota nell'economia dal 6% al 10%, secondo i calcoli di Hu Zuquan, un ricercatore presso lo State Information Center, un'istituzione pubblica affiliata alla principale agenzia di pianificazione cinese”. Alla fine del 2023, il Paese vantava più di 490.000 aziende legate all'assistenza agli anziani.

Quali sono i capisaldi della “economia d’argento" in salsa cinese? “Le industrie legate all'assistenza agli anziani sono concentrate principalmente nei servizi di base come la ristorazione, l'assistenza infermieristica e l'assistenza sanitaria”, ha spiegato Zhang Shixin, un funzionario della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma.

Se i media statali cinesi si abbandonano a dipingere prospettive rosee (“le esigenze diversificate e personalizzate della comunità degli anziani non sono state soddisfatte in modo efficace, il che contiene enormi opportunità di sviluppo"), criticità, incognite e squilibri rischiano di compromettere la tenuta dell’intero sistema sociale cinese.

A partire dalle disfunzioni economiche. Un sondaggio condotto dal ministero degli Affari Civili cinese ha rilevato che gli anziani in Cina possono contare su un reddito annuo medio di 11.400 yuan (1.574 dollari). Nelle aree rurali la cifra precipita a meno della metà. Più di un anziano cinese su 10 vive in povertà, con standard di vita molto più bassi nelle aree rurali e nella Cina occidentale. Non solo. L'impatto combinato delle migrazioni massicce dei lavoratori, la rapida urbanizzazione che ha fatto esplodere le città e spopolato le aree rurale, le devastanti conseguenze della quarantennale politica del figlio unico ma anche il vulnus della disoccupazione giovanile non hanno solo ridisegnato la società cinese, ma ne hanno minato la cellula fondativa: la famiglia. Con gli anziani rimasti sempre più soli.



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