venerdì 27 settembre 2024
La nuova doppia azione degli attivisti del movimento ecologista radicale Just Stop Oil è avvenuta alla National Gallery. Nel mirino due copie dei Girasoli. Carcere per due precedenti "imbrattatori"
La protesta dei sostenitori di Just Stop Oil contro la condanna di due attivisti

La protesta dei sostenitori di Just Stop Oil contro la condanna di due attivisti - ANSA

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Le condanne non fermano gli “imbrattamenti”. La nuova doppia azione simbolica è avvenuta alla National Gallery di Londra. Nel mirino due copie dei celebri “Girasoli” di Vincent Van Gogh. A colpire, ancora una volta da parte, giovani attivisti del movimento ecologista radicale Just Stop Oil. Entrambe le opere sono state innaffiate di succo di pomodoro, come in un blitz precedente del 2022 costato oggi stesso una dura condanna a due anni e tre mesi di carcere effettivo in un tribunale londinese alle 22enne Anna Holland e alla 23enne Phoebe Plummer. L'azione odierna è scattata poco dopo la sentenza, e rappresenta una risposta e un gesto di sfida evidenti contro quella che gli attivisti denunciano come "repressione" giudiziaria.

Il blitz - rivendicato, al pari di tante altre incursioni analoghe condotte da militanti ultrà in musei del Regno e di altri Paesi, come un gesto di protesta per scuotere la società contro l'uso dei combustibili fossili e la denunciata inazione dei potenti di fronte "all'emergenza climatica" - non ha avuto conseguenze per l'opera in sé; ma ha provocato danni stimati in 10.000 sterline alla cornice: pezzo d'artigianato italiano del XVII secolo.

Il giudice Hehir ha bollato l'iniziativa come un esempio di "stupidità", nell'illustrare una sentenza con pochi precedenti nella giustizia britannica di fronte a forme di protesta non violente, frutto anche di recenti strette normative ad hoc approvate dal parlamento di Westminster. "La cornice è stata danneggiata in modo permanente dalle vostre azioni idiote e criminali", ha poi rincarato all'indirizzo delle due ventenni, additandone come imperdonabili il mancato pentimento e la presunzione di essere nel giusto. "Non vi poteva importare di meno se anche il dipinto fosse stato danneggiato o addirittura distrutto", ha quindi tuonato, ricordando come l'opera di Van Gogh "appartenga al mondo intero sia parte di un tesoro artistico-culturale condiviso dall'umanità". "Semplicemente voi non avevate diritto a fare ciò che avete fatto - ha tagliato infine corto il magistrato - e la vostra arroganza merita la più rigorosa della condanne".


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