La Conferenza di Ginevra contro il razzismo non lavorerà più sulla base di un documento che designa Israele come imputato principale, l’Islam come religione nei confronti della quale è vietata ogni considerazione critica, e le comunità musulmane come vittime principali del razzismo. Dal progetto di dichiarazione finale della conferenza, organizzata dall’Onu per il 20-24 aprile, la commissione preparatoria ha deciso di cancellare ogni specifico riferimento a Israele, alla “diffamazione delle religioni” e a una gerarchia delle vittime. L’annuncio è stato dato ieri dalla commissione stessa che ha diffuso una nuova bozza, in risposta alle pressioni di Washington e dell’Ue. Lunedí infatti, sulla scia della decisione israeliana e degli Stati Uniti di non partecipare alla conferenza se la bozza non fosse stata radicalmente modificata, i ministri degli Esteri dell’Ue europea si sono trovati d’accordo nel proporre un nuovo testo prospettando il boicottaggio della riunione se esso non fosse stato accettato nella sostanza. La mossa della commissione preparatoria è quindi destinata a sgombrare il campo da ostacoli che avrebbero reso assai poco significativa la conferenza ginevrina, detta Durban II, riducendola a una copia di quella che otto anni or sono tra violente polemiche era sfociata in condanne a senso unico non solo della politica di Israele, in particolare nei territori occupati con la guerra del 1967, ma anche in una di dichiarazione che equiparava il sionismo a una forma di razzismo. Il nuovo testo non può certo garantire uno sviluppo sereno delle discussioni ginevrine ma almeno stabilisce una base di partenza equilibrata. L’annuncio da Ginevra è stato accolto con particolare soddisfazione da Franco Frattini, che tra i ministri degli Esteri dell’Ue era stato il primo a minacciare l’assenza del proprio Paese da Durban II, e che lunedí a Bruxelles aveva sostenuto in prima fila la contro- bozza stilata dal collega olandese Maxime Verhagen. Frattini ha constatato che è stata essenziale la decisione presa lunedí dall’Unione europea di vincolare la partecipazione a Durban II a una nuova bozza di dichiarazione finale, decisione che ha mostrato un’Europa unita nell’inviare un messaggio forte alla comunità internazionale, e si è detto quanto mai soddisfatto di aver «smosso acque torbide». Oltre che soddisfazione, l’annuncio da Ginevra ha sicuramente provocato sollievo in Frattini e in altri responsabili europei. Il ministro italiano, infatti, non aveva nascosto il rischio che l’Europa andasse in ordine sparso se fosse stata respinta la bozza “olandese” fatta propria lunedí dai Ventisette. Tra i ministri dell’Ue non erano mancate reticenze. Il francese Bernard Kouchner aveva ritenuto eccessiva o comunque prematura la minaccia italiana di ritiro dalla preparazione della conferenza, ed era parso intenzionato a partecipare comunque – sia pure in chiave critica – alle discussioni di Ginevra.