C’era anche un musulmano insieme ai 28 cristiani etiopi uccisi in Libia dallo Stato Islamico e mostrati nell’ultimo orrendo video diffuso domenica scorsa dai jihadisti. E sarebbe morto per non aver voluto abbandonare l’amico cristiano insieme al quale stava compiendo il viaggio verso le coste della Libia, con l’intenzione di raggiungere l’Europa. La notizia arriva direttamente dall’Etiopia ed è stata rilanciata ieri in Italia dal sito del Pime
MissiOnLine. Da domenica ad Addis Abeba si sta cercando di dare un’identità alle vittime mostrate nel video; così – ad esempio – si è scoperto che alcuni dei cristiani uccisi in realtà sono di nazionalità eritrea. Ma la vera sorpresa è stata la scoperta all’interno del gruppo di un musulmano chiamato Jamal Rahman. A confermare la sua presenza è stata una fonte legata agli shabaab, i fondamentalisti islamici che combattono in Somalia, che a un giornale on line del Somaliland ha spiegato che si sarebbe «convertito» durante il viaggio. Un’altra fonte sempre legata all’universo jihadista sostiene invece un’altra tesi, più verosimile: con una scelta che questo testimone definisce «folle», Jamal si sarebbe offerto volontariamente come ostaggio per non abbandonare da solo nelle mani dei miliziani dello Stato islamico un suo compagno di viaggio cristiano. Forse sperava che la sua presenza avrebbe cambiato la sorte degli altri ostaggi. La notizia, in qualche modo, è filtrata. Con il risultato che proprio lo strumento della propaganda jihadista è divenuto il veicolo per raccontare la storia di un musulmano coraggioso che non ha accettato di abbandonare gli amici cristiani al loro destino. Così adesso sui social network tanti musulmani etiopi condividono il fotogramma che lo ritrae, additandolo come il vero volto dell’islam, da contrapporre alla follia dello Stato Islamico.