Attento e senza sosta l'impegno del Cuamm per l'Africa - Dal Web
La mortalità materno infantile è una delle piaghe dell'Africa. Ed è una delle principali sfide raccolte dal Cuamm, l’Ong cattolica di medici con l’Africa che ieri al Lingotto a Torino ha celebrato il 14° meeting annuale dal tema “La salute al centro. Per il futuro di tutti” condotto da Paola Saluzzi (sarà trasmesso su TV2000 sabato 23 novembre alle 16). Obiettivo dell’incontro è sempre porre l’attenzione sul diritto alle cure e alla salute per tutti, soprattutto in Africa, coinvolgendo e sensibilizzando istituzioni italiane e africane, università, fondazioni, associazioni, aziende e singoli cittadini. Circa 1.800 i presenti in rappresentanza dei 3.465 operatori dell’organizzazione nata a Padova, presente in 15 regioni italiane e in nove Paesi africani con 282 espatriati. «Quattordici anni fa, in occasione dei 60 anni del Cuamm, abbiamo lanciato il programma specifico “Prima le mamme e i bambini” – afferma il direttore don Dante Carraro – per assistere le partorienti. Dal 2010 ad oggi sono quasi 800.000 le mamme e i bambini soccorsi, 110 mila solo nell'ultimo anno. Ma resta un numero che grida vergogna, quello delle mamme che ogni anno perdono ancora la vita nel dare alla luce un bambino. Sono 280.000, quasi tutte concentrate nell’Africa subsahariana. È uno dei pochi indicatori di mortalità che negli ultimi anni non ha registrato significativi miglioramenti. Non mi stancherò mai di dirlo: il parto non è una malattia, non è pensabile che si possa morirne. Soprattutto perché dal punto di vista sanitario agire ed è relativamente semplice».
D’accordo Antonio Tajani, Ministro degli esteri e della Cooperazione Internazionale. «Bisogna guardare all’Africa con le lenti africane, valorizzare un continente ricco, non neo-colonizzarlo, dando risposte. Un aspetto che mi sta particolarmente a cuore è la tutela della salute dei bambini e penso in modo particolare alla vaccinazione e alla realizzazione di vaccini nel continente africano. Significa dare una speranza all’Africa. Da questo punto di vista sono bravissimi sacerdoti e i missionari, parte importante della nostra politica estera, l’immagine dell’Italia solidale e che vuol essere amica dell’Africa e favorirne la crescita. Da qui nasce il Piano Mattei, per il quale mi sono battuto, utile per entrambi, con una strategia per rafforzare l’amicizia e investire nel Continente. Il Cuamm rappresenta un riferimento importante anche per l'attività di cooperazione internazionale della Farnesina e contiamo di rafforzare questa collaborazione proficua».
Don Gabriele Pipinato, responsabile del Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli della Cei, citando i tantissimi progetti che vengono sostenuti attraverso i fondi dell’8x1000 aggiunge: «Sabato scorso ho festeggiato un progetto di 25 anni iniziato con il Cuamm che ancora oggi continua. Di recente sono stato a Wolisso, , in Etiopia, dove il Cuamm sta facendo un grande lavoro con progetti che sono un volano che genera nuova energia».