Medio Oriente e pace, dunque, i temi al centro dell’incontro, cui ha preso parte anche la regina Rania. Si è parlato della «ripresa dei negoziati tra Israeliani e Palestinesi» e della «questione di Gerusalemme». Il comunicato esprime inoltre «apprezzamento per l’impegno» del re giordano «nel campo del dialogo interreligioso e per l’iniziativa di convocare ad Amman, all’inizio di settembre, una conferenza sulle sfide che i cristiani nel Medio Oriente devono affrontare in questo periodo di cambiamenti socio-politici». Infine «si è rilevato il positivo contributo che le comunità cristiane apportano alle società della Regione, di cui sono una parte integrante». I toni del comunicato hanno trovato riscontro nel clima dell’udienza.
Il Papa ha accolto il suo ospite con un significativo «benvenuto, sua maestà». Quindi ha accennato un baciamano nei confronti della regina, che era vestita di nero con una veletta bianca sul capo. «Ho un grandissimo rispetto per quello che lei sta facendo e per quello che la Chiesa cattolica fa – ha risposto il sovrano –. È un piacere e un onore incontrarla». Al termine del colloquio privato, il re ha incontrato il cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e il segretario per i rapporti con gli Stati, Dominique Mamberti. Voci contrarie alla guerra giungono anche dalla regione mediorientale. Il patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal si chiede «con quale autorizzazione si può attaccare un Paese?». Sulle stesse posizioni anche l’arcivescovo Maroun Lahham, vicario patriarcale per la Giordania.