Il cardinale John Tong, vescovo di Hong Kong, ha diffuso ieri un appello urgente contro la demolizione delle croci nella provincia del Zhejiang, che ha già colpito più di 1.000 chiese cattoliche e protestanti. Nell'appello, pubblicato dall'agenzia AsiaNews e rilanciato da Radio Vaticana, il porporato domanda al governo cinese di fermare le "azioni illegali", anche in virtù del fatto che molti degli edifici distrutti erano stati edificati con il permesso del governo.
La campagna contro le croci e i luoghi di culto cristiani è stata lanciata all'inizio dello scorso anno, da quando cioè Xia Baolong, segretario del Partito del Zhejiang, ha notato che guardando lo skyline di Wenzhou (Zhejiang), una delle metropoli della provincia, si vedono "troppe croci". I fedeli sospettano però che il vero motivo sia quello di ridurre l'impatto e l'influenza delle comunità cristiane, ufficiali e sotterranee, nella società cinese che sta registrando un aumento vertiginoso delle conversioni.
L'ondata iconoclasta sta suscitando la resistenza fra i fedeli, i sacerdoti e i vescovi. Diverse persone sono state arrestate. La propaganda contro la distruzione dei simboli cristiani si sta diffondendo anche all'estero e il cardinale Tong ha domandato ai fedeli di Hong Kong di pregare e digiunare per la libertà religiosa in Cina, condividendo "le sofferenze dei fratelli e sorelle del Zhejiang". L'invito alla preghiera arriva a seguito della richiesta del vescovo ufficiale di Wenzhou, Vincent Zhu Weifang e dei suoi sacerdoti, che hanno proposto rosari e digiuni per la protezione della fede e delle croci.