giovedì 5 giugno 2014
​Pubblicati i nuovi appalti per abitazioni in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. La Francia "condanna" la decisione, l'Olp annuncia ricorso all'Onu. 
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​Millcinquecento alloggi nei giorni scorsi, altri 1.800 oggi: Israele sembra aver "scongelato" la sua politica "espansionistica" sul fronte degli insediamenti, dando il via libera alle gare d'appalto per  nuove case in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.Una mossa che ha provocato reazioni preoccupate perfino in seno al governo: un "errore diplomatico", secondo il ministro della Giustizia Tzipi Livni, incaricata dei negoziati, che "renderà più difficile mobilitare la comunità internazionale contro Hamas". La notizia dell'espansione degli insediamenti ebraici ha varcato i confini nazionali: in una nota diffusa a Parigi dal ministero degli esteri francese, si esprime "condanna" per la pubblicazione dei nuovi appalti, mentre la rappresentante dell'Olp Hanna Ashrawi ha annunciato che l'organizzazione intende ricorrere al Consiglio di sicurezza e all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

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