L'attivista di Hong Kong, Joshua Wong - Ansa
L'attivista di Hong Kong Joshua Wong, tra i leader dell'opposizione al governo locale espressione di Pechino, è stato arrestato con l'accusa di "assembramento illegale" e di avere coperto il volto in occasione di una manifestazione del 5 ottobre 2019. Dopo un paio di ore è stato rilasciato, ma lui stesso ha anticipato che dovrà tornare dinanzi ai magistrati il 30 settembre. Rischia rispettivamente 5 anni di carcere e un anno per le due accuse.
Sull'account Twitter di Wong, 23 anni, volto internazionale della protesta pro democrazia a Hong Kong, si legge: "Joshua Wong è stato arrestato quando si è presentato al commissariato di polizia, intorno alle 13 odierne. L'arresto è legato alla partecipazione a un'assemblea non autorizzata il 5 ottobre scorso. Gli è stato anche contestato di aver violato la draconiana legge anti-mascherine", quella che vieta il volto coperto nel corso delle manifestazioni innescate dalla mobilitazione anti-cinese nell'ex colonia britannica.
L'Unione Europea ha criticato l'arresto di Wong, sostenendo che mina la fiducia nella Cina. Si è trattato dell'"ultimo di una serie preoccupante di arresti di attivisti per la democrazia", ha detto un portavoce.
Ieri l'Alta Corte di Hong Kong aveva respinto il ricorso di Wong contro l'esclusione della sua candidatura alle elezioni per il rinnovo dei Consigli distrettuali tenutesi nel novembre scorso e che hanno visto prevalere i candidati dello schieramento pro-democratico.
Wong si era candidato al collegio di South Horizons West nell'area dei Nuovi Territori, ma era stato escluso dalla commissione elettorale, nonostante le sue rassicurazioni, anche scritte, di rispetto della Basic Law, la Legge Fondamentale che stabilisce il rapporto tra Pechino e l'ex colonia britannica.
L'attivista è stato arrestato più volte dalla polizia dell'ex colonia britannica, la prima volta nel 2014. L'anno scorso ha passato due mesi in carcere dopo essere stato giudicato colpevole per il coinvolgimento nei cortei del cosiddetto "movimento degli ombrelli".
A un giorno dall'introduzione della nuova legge sulla sicurezza nazionale, promulgata da Pechino lo scorso 30 giugno, Wong e altri attivisti avevano deciso di sciogliere il loro partito, Demosisto, per il timore che il provvedimento potesse portare all'incarceramento e l'estradizione in Cina.