lunedì 16 novembre 2015
Il solenne discorso del presidente davanti alla Camera e al Senato francesi riuniti a Versailles. «Il popolo francese è coraggioso e non si ferma».
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«La Francia è in guerra. Gli atti commessi venerdì sera a Parigi e nei pressi dello Stadio di Francia sono un atto di guerra, costituiscono un'aggressione».Si è aperto così il discorso del presidente francese, François Hollande che davanti alla Camera e al Senato francesi, riuniti a Versailles, ha delineato la strategia offensiva della Francia, previsto anche un cambio della Costituzione e un massiccio incremento delle forze dell'ordine.«I terroristi credono che il popolo libero possa essere impressionato dall'orrore, ma invece no, la Repubblica francese ha ben sopportato queste prove, sempre viva. E il popolo francese è coraggioso e non si ferma, nonostante questi gravi fatti». Serve una coalizione internazionale contro l'IsIl presidente francese non solo ha esortato i suoi concittadini a dare prova di «unità» e perseveranza, ma sottolineato «la necessità di distruggere Daesh»  poiché costituisce un problema che riguarda tutta la comunità internazionale». Gli atti di Parigi sono stati «decisi e pianificati in Siria, organizzati in Belgio, perpetrati sul nostro territorio con complici francesi» ha affermato il presidente Hollande, davanti a Camera e Senato francesi riuniti. «Questi attentati perseguono un obiettivo ben preciso, che è di seminare il terrore per dividerci ed esercitare su di noi pressione per impedirci di agire in Medioriente», ha proseguito Hollande. Le vittime degli attentati sono di 19 nazionalità differentiCi sono ben 19 nazionalità differenti rappresentate tra le vittime degli attacchi di venerdì a Parigi. Per questa ragione, il titolare dell'Eliseo ha affermato di voler chiedere una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dedicata alla lotta contro lo Stato Islamico e ha annunciato che si incontrerà presto con il presidente Usa, Barack Obama e il presidente russo Vladimir Putin. Il ritorno ai confini nazionali significa la fine dell'UeLa Francia è in «guerra contro i codardi», «non è uno scontro tra civiltà, perché questi assassini non rappresentano alcuna civiltà». Il ritorno ai confini nazionali, come prospettato da più parti negli ultimi mesi, «sarebbe la fine dell'Unione europea». La Francia ha chiesto la rapida attuazione di «controlli coordinati e sistematici» delle frontiere interne ed esterne dell'Unione europea. Il capo dello Stato ha sottolineato inoltre l'esigenza di un accordo europeo sul registro dei passeggeri dei voli aerei entro la fine dell'anno. Accogliere chi ha diritto d'asilo e rimandare indietro gli altri«È necessario che l'Europa accolga con dignità chi rientra nel diritto d'asilo, ma rimandi nel suo Paese chi non lo ha». «La Francia deve espellere più rapidamente gli stranieri che pongono un rischio serio per la pubblica sicurezza». Il presidente francese ha chiesto a deputati e senatori di prolungare lo stato d'emergenza per tre mesi nell'ambito della lotta contro il terrorismo e di riformare la legge che lo regola, che risale al 1955. Verranno creati 5mila nuovi posti tra militari e poliziotti nei prossimi due anni; mentre nei prossimi 5 anni si arriverà a 10mila nuovi posti nel settore della sicurezza.E la Costituzione va cambiataDobbiamo "fare evolvere la nostra Costituzione per fare in modo che il nostro Stato di diritto possa far fronte alle minacce terroristiche" ha proseguito François Hollande, sottolineando che dovrebbero essere modificati gli articoli 16 e 36 della costituzione francese. L'articolo 16 è quello relativo ai poteri straordinari del presidente della Repubblica francese in caso di minacce a istituzioni, indipendenza ed esecuzione degli impegni internazionali. L'articolo 36, invece, è quello relativo allo stato di guerra.Dopo il discorso del presidente francese che ha parlato davanti a Camera e Senato riuniti è scattato un lungo applauso. Subito dopo deputati e senatori hanno cominciato a intonare la Marsigliese, inno nazionale della Francia.
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