È stato un dibattito vero quello
di Las Vegas, il primo tra i candidati democratici alla Casa
Bianca. Un duello serrato su tutti i temi di maggiore
attualità. Ma un duello "civile", senza scorrettezze e senza
particolari scintille, dominato dal fair play. Ma soprattutto un
duello che ha visto come protagonisti assoluti Hillary Clinton e
Bernie Sanders. Lei, che aveva più da perdere, alla fine la
spunta agevolmente, aggressiva e
determinata, ma anche rilassata: "Sono state le sue due ore
migliori da quando si è candidata", commenta il
Washington
Post. Ma il "socialista" Sanders sa tenerle testa, mostrando
tutta la passione di cui è capace. Gli altri tre candidati -
ÒMalley, Webb e Chafee - ridotti quasi a comparse.Che la serata non sarebbe degenerata in scontro duro lo si è
capito quando Anderson Cooper, anchorman della
Cnn, ha chiesto
ad Hillary sullo scandalo delle email: "Gli americani sono stufi
di sentir parlare delle tue email", ha detto Sanders tra
gli applausi anche della Clinton, che l'ha ringraziato e gli ha
anche stretto la mano. "Bisogna parlare dei problemi reali", ha
tuonato Sanders. "Stasera sono venuta qui non per parlare delle
mie email, ma dei problemi della gente", aveva reagito poco
prima l'ex segretario di Stato.A quel punto qualunque argomento che avrebbe potuto mettere
Hillary in seria difficoltà è sparito dal dibattito, compreso
quello della commissione sui fatti di Bengasi, dove Clinton
dovrà testimoniare il 22 ottobre e che lei liquida come
strumento fazioso in mano ai repubblicani del Congresso.Le cose
si mettono così bene che anche il marito Bill, che segue in tv,
tira un sospiro di sollievo e twitta a metà dibattito: "Quello
che sta accadendo a Las Vegas dimostra che Hillary Clinton è la
più qualificata candidata per diventare Potus", dove Potus è
l'acronimo per President of the United States. Mentre, sempre
su Twitter, Donald Trump, non vedendo la serata trascendere, si
dice annoiato: "Stasera sul palco non c'è nessuna star",
commenta.Hillary parte subito bene, guadagnandosi già nella sua
introduzione la prima ovazione della serata, presentandosi come
"ex first lady, ex segretario di stato, madre e nonna di una
splendida bimba". E andando immediatamente al cuore del suo
messaggio: ognuno in America deve avere una chance, non solo i
più ricchi che invece devono finalmente "pagare il giusto".
Sanders non l'attacca direttamente, ma cerca di pungolarla sulla
sua vicinanza con Wall Street e i poteri forti. Quell'ambiente
che l'ex hippie, divenuto senatore del Vermont, combatte
strenuamente e che, sottolinea, dopo ave causato la crisi
dovrebbe pagare per i poveri, l'istruzione, per gli studenti che
vanno al college, per i servizi.L'ex first lady però incassa bene, e respinge le critiche di
chi la descrive come "out of touch", fuori dalla realtà: "Io
non sono una che guarda ai suoi interessi personali, ma sono una
progressista a cui piace che le cose vengano fatte". Frecciata a
Sanders criticato spesso per i suoi toni più populisti. "Non
voglio essere votata perché mi chiamo Clinton - insiste Hillary
- ma per quello che ho fatto in passato". E - aggiunge - per
evitare che alla Casa Bianca arrivi un repubblicano che ci
riporti indietro rispetto all'era Obama. Perché Hillary sceglie
di porsi in continuità con l'attuale presidente: "Bisogna
andare oltre Obama", sottolinea, ma fa capire che l'eredità di
Barack sarà il suo punto di partenza su molte cose. "Quali le
differenze con Obama? Avere una donna presidente è già una
differenza", replica quando si cerca di stuzzicarla su questo
argomento.I momenti di maggiore scontro con Sanders sono la politica
estera, le armi e il programma di spionaggio della Nsa. Sulla
lotta all'Is in Siria, Hillary manda un messaggio chiaro a
Mosca: "Non accetteremo mai che Putin crei il caos". Ribadisce
di sostenere la "no fly zone", mentre Sanders dice no ai
"pantani militari". E se l'ex first lady dichiara guerra alla
potente lobby della armi, la Nra, Sanders spiega che serve una
soluzione "di buon senso", mentre afferma che da presidente
cancellerebbe subito il programma di spionaggio della Nsa.
Quello che Hillary di fatto approvò votando il Patriot Act
dell'era Bush e post 11 settembre.Papa Francesco torna invece ad unire sul tema dei cambiamenti
climatici. A citarlo è Sanders, che parla di "questione
morale". E Hillary è d'accordo. Alla fine lei ha parlato oltre
30 minuti, tre volte di più di Chaffee. Sanders 28 minuti. Per
ora, in attesa che Joe Biden decida, è una partita a due.