Caos, paura, confusione, insicurezza non solo per strada ma ovunque: questa la situazione che vive il popolo haitiano in questi giorni di continue manifestazioni contro le autorità. Padre Renold Antoine, CSsR, sacerdote redentorista, parroco della parrocchia di San Gerardo, nella capitale, contattato dall’Agenzia Fides, racconta il grave episodio cha ha colpito una sua parrocchiana.
“Jean Barthélemy, una fedele cattolica molto conosciuta nella parrocchia di San Gerardo come ‘Madame Jean’, è stata raggiunta da un proiettile e ferita gravemente nel tardo pomeriggio di lunedì 2 dicembre mentre partecipava alla novena all'interno della nostra parrocchia di San Gerardo” conferma il sacerdote. Infatti le manifestazioni, gli scontri e gli atti vandalici, con l’incendio di auto, gomme e altro materiale, si sono susseguiti nel pomeriggio di lunedì 2 dicembre, a Carrefour-Feuilles, un quartiere di Port-au-Prince, dove si trova la parrocchia. “Abbiamo subito interrotto la novena e portato Madame Jean di corsa all’ospedale, dove poco dopo è stata operata, perché il proiettile aveva raggiunto l’occhio sinistro” dice a Fides padre Renold. “Solo molto dopo abbiamo saputo dall’ospedale che la sua vita non è in pericolo. Preghiamo per lei” conclude.
Padre Renold Antoine descrive la situazione a Fides: “Non è un segreto per nessuno, Haiti è il Paese più povero dell'emisfero settentrionale. Questo paese che era considerato durante l'era coloniale come ‘la perla delle Antille’ oggi è diventato una vera discarica. Questo Paese nel 1804 cambiò il corso della storia dell'umanità liberandosi dal giogo della schiavitù e allo stesso tempo dichiarando la sua indipendenza e diventando la prima ‘Repubblica dei neri al mondo’. Oggi manifestazioni e proteste in tutto il paese si susseguono da diversi mesi chiedendo le dimissioni del presidente della Repubblica, Jovenel Moïse. Ciò che vive l'isola è una vera rivolta contro disoccupazione, povertà, ingiustizia sociale, insicurezza, esclusione, impunità e criminalità morale, manipolazione, corruzione, deterioramento del potere d'acquisto, opacità della spesa pubblica, cattiva gestione, inflazione galoppante o nuove svalutazioni della moneta nazionale. Di conseguenza molti haitiani lasciano il Paese in cerca di una situazione migliore altrove, a volte rischiando la vita o i loro diritti. Di fronte a questa situazione, lo stato risponde attraverso la repressione”.
Citando il messaggio della Conferenza episcopale appena pubblicato, padre Renold afferma: “i Vescovi riconoscono che le richieste della gente sono giuste e legittime, così chiedono che le manifestazioni si svolgano pacificamente, senza ricorrere alla violenza. È inaccettabile, come affermano i Vescovi, che ‘alcune persone si crogiolano in un'arrogante e scandalosa opulenza, mentre la stragrande maggioranza della popolazione languisce in una miseria vergognosa e ribelle’. Sebbene il Presidente richieda un intervento internazionale per frenare la crisi che colpisce il paese, molte persone credono che la vera fame della popolazione non sia solo pane e acqua, ma fame di sviluppo, equità, sicurezza e vita migliore” conclude padre Renold.
La chiesa di San Gerardo di cui è parroco, è ospitata in una struttura temporanea dopo la sua distruzione durante il terremoto del 12 gennaio 2010. La comunità dei missionari redentoristi porta avanti non solo la parrocchia di San Gerardo ma anche tre scuole che accolgono una gran numero di ragazzi e che in questi giorni hanno dovuto chiudere per garantire la sicurezza dei più piccoli.