La Grecia rischia un "caos incontrollabile" se dovesse esserci il default per la mancanza di un accordo sul debito. Lo ha detto il primo ministro greco, Lucas Papademos, mentre si appresta a far approvare dal Parlamento di Atene il nuovo pacchetto di austerity per sbloccare gli aiuti da 130 miliardi di euro da parte dell'Europa e del Fondo monetario internazionale. "Un default disordinato - ha aggiunto Papademos - farebbe precipitare il nostro paese in un'avventura disastrosa. Si creerebbero le condizioni di caos economico e incontrollata esplosione sociale
... questa è un'ora di responsabilità storica".
SCHAUBLE: ATENE PRENDA MISURE ADEGUATE O NIENTE AIUTI
"Non si tratta di tormentare il popolo ellenico con le misure di
risparmio", ha argomentato Schaeuble, ma di porre le condizioni su cui
la Grecia possa costruire uno sviluppo economico ragionevole e ripagare
un giorno i propri debiti. Se il governo greco non approverà il
programma di risparmio "allora non potremo concedere gli aiuti".SCIOPERO E DISORDINI I lavoratori greci scioperano contro le nuove misure di austerity che il governo dovrà adottare per evitare il default, e che vengono giudicate dall'opinione pubblica un'imposizione eccessiva da parte di Unione Europea a Fondo Monetario Internazionale.Il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos ha detto, in un discorso alla nazione, che la Grecia ha dovuto affrontare una difficile scelta tra i sacrifici all'interno dell'eurozona e sacrifici ancora maggiori fuori dall'area della moneta unica.La polizia ha sparato lacrimogeni contro i contestatori mascherati che hanno lanciato bombe molotov, pietre e bottiglie nel centro di Atene, all'inizio di uno sciopero generale di 48 ore contro i previsti tagli ai salari e ai posti di lavoro.Ma le proteste lungo le strade sono state relativamente di modesta entità e per gran parte pacifiche. Il più grande sindacato di polizia ha detto di voler emettere un mandato d'arresto per i creditori internazionali della Grecia per sovvertimento della democrazia, e si è rifiutato di "combattere contro i nostri fratelli". Un quotidiano ha raffigurato il cancelliere tedesco Angela Merkel in uniforme nazista, con tanto di svastica.Mentre la rabbia monta, il leader di un partito di estrema destra nel governo di coalizione del primo ministro Lucas Papademos ha detto che non potrà votare in favore dell'accordo di salvataggio da 130 miliardi di euro di cui il paese ha bisogno per evitare la bancarotta."Ho spiegato agli altri leader politici che non posso votare per questo accordo sui prestiti", ha dichiarato in una conferenza stampa George Karatzaferis, numero uno del partito Laos. "I greci non possono essere ostaggi e servi della gleba. Ci hanno rubato la dignità, siamo stati umiliati. Non posso sopportarlo. Non lo permetterò, non importa quanta fame io abbia", ha detto Karatzaferis."La Germania decide per l'Europa perché ha un portafoglio gonfio e con questo portafoglio decide delle vite di tutti i paesi del sud".Il partito di Karatzaferis ha 15 deputati sui 300 membri del parlamento greco, il che significa che un rifiuto al voto in favore del piano di salvataggio non impedirebbe all'accordo di bailout di passare in parlamento.I quattro ministri del Laos hanno offerto le loro dimissioni, ma Karatzaferis ha bocciato l'ipotesi di elezioni anticipate e ha suggerito invece che il premier nomini altri tecnici.Venizelos ha invece precisato che la Grecia non ha altra scelta che accettare le dure condizioni legate al piano di salvataggio da 130 miliardi di euro e un piano per dimezzare il suo enorme debito nei confronti dei privati, per evitare un default disordinato."È venuto per noi il tempo di decidere. Sfortunatamente dobbiamo decidere tra sacrifici e sacrifici ancora maggiori", ha detto Venizelos.La Ue e l'Fmi sono esasperati da una serie di promesse non mantenute da Atene e da settimane di mancati accordi sui termini del nuovo piano di aiuti, che sarebbe il secondo dal 2010.I ministri hanno dato ad Atene sei giorni per dimostrare il suo impegno, per risparmiare altri 325 milioni di euro e per dare garanzie sulla validità del programma anche dopo eventuali elezioni.