La bomba a orologeria da
disinnescare rappresentata dalla Grecia, prima ancora che a
Bruxelles, piomba sul G20 a Istanbul. Dove Usa e Gran Bretagna
vanno in pressing sull'Eurozona perché trovi una soluzione ed
eviti una nuova fase d'instabilità dalle ripercussioni
potenzialmente globali. Il premier greco Alexis Tsipras nel
frattempo presentando le linee programmatiche del suo governo
ribadisce che andrà avanti con il programma annunciato nella
campagna elettorale: "Mi impegno a rispettare in pieno il
programma del partito con cui ho vinto le elezioni", dice al
Parlamento, con misure per ridurre gli sprechi (riorganizzazione
da zero della tv pubblica, vendita di 800 auto blu, taglio dei
costi) e dice che "la Grecia vuole pagare il suo debito, ma
vuole raggiungere un'intesa comune con i partner per l'interesse
di tutti. Il problema del debito greco "non è economico ma
politico", osserva. Il memorandum, taglia corto Tsipras, è
fallito ora il paese ellenico chiede "un nuovo accordo-ponte
sino a giugno per rinegoziare il suo debito". Una condizione che
"ad essere sincero, sono sicuro raggiungeremo" potrebbe
rappresentare forse una tregua e una possibile via d'uscita dal
rischio default già a marzo. Intanto Atene, dopo che Roma e Parigi si sono sostanzialmente fatte da parte cedendo la leadership nelle trattative ad Angela Merkel, manda una frecciata rivolta al governo Renzi. "Funzionari italiani mi hanno detto che non possono dire la
verità. Anche l'Italia è a rischio bancarotta ma teme ritorsioni
da parte della Germania", dice il ministro delle Finanze Yanis
Varoufakis dopo il tour europeo che l'ha portato anche a Roma.
Parole pesanti che rompono decisamente con lo stile "felpato"
che di solito domina gli scambi fra i ministri europei, e che
ben testimoniano la delusione di Atene per la mancanza di
solidarietà da parte dei paesi, Italia e Francia in testa, che
in effetti dello stop all'Austerity avevano fatto la propria
bandiera. Secca anche la replica del ministro dell'Economia
italiano, Pier Carlo Padoan: "il nostro debito è sostenibile",
le parole di Varoufakis sono fuori luogo.
La visita di Varoufakis a Roma, Londra, Parigi, Berlino non
ha portato alleanze nel braccio di ferro con l'Eurozona. La
cancelliera ha esplicitamente detto che Atene è isolata e che
Italia e Francia sono con Berlino. E il ministro greco, in
un'intervista a Presa Diretta tira in ballo il debito, al top
nella classifica europea, che accomuna Grecia e Italia.
Un'uscita che serve ad aprire un varco nella presunta
compattezza europea sulla posizione della Germania di fronte al
"New Deal" chiesto da Atene, che vorrebbe abbuonare parte del
proprio debito, la fine delle missioni di monitoraggio della
troika e, soprattutto, un prestito ponte che le consenta di non
sottoscrivere un nuovo programma con il trio Ue-Bce-Fmi.
I nodi potrebbero venire al pettine all'Eurogruppo convocato
d'urgenza per l'11 febbraio, alla vigilia del Consiglio dei capi
di stato e di governo a Bruxelles, con la Bce che ha dato
praticamente un ultimatum tagliando i prestiti diretti alle
banche elleniche. Ma il tema della Grecia, con le agenzie di
rating che agitano lo spettro di un default, fa breccia già al
vertice turco dei ministri finanziari e governatori di domani e
martedì. Anche se l'ex presidente della Fed Alan Greenspan dice
che la Grecia dovrebbe uscire dall'euro ("è solo questione di
tempo"), il rischio 'Grexit', con la sua carica d'instabilità
che mette in forse i progressi europei ottenuti con il
quantitative easing di Draghi, non piace per niente a
Washington. Alla Casa Bianca non è piaciuta affatto l'apertura di Mosca ad Atene sul fronte finanziario. "Incoraggeremo le due parti a
trovare un percorso comune. E anche Londra torna a farsi
sentire, con il ministro delle Finanze George Osborne che punta
il dito sulla stallo nei negoziati europei. Non è
escluso che a Istanbul, geograficamente vicina ma
paradossalmente distantissima politicamente da Atene, comincino
a tracciarsi i contorni della strategia per salvare la Grecia e
l'euro a 19. Con, sullo sfondo, il tema caro agli Usa di un
rilancio della domanda globale.