La Grecia torna alle urne, per la
terza volta in otto mesi. Un'elezione politica anticipata dove i
sondaggi danno per favorito l'ex premier di sinistra Alexis
Tsipras, che spera di fare il bis al governo, nonostante
l'emorragia di consensi che lo ha colpito dopo la decisione di
dimettersi e andare al voto. Una consultazione che i greci
vivono con distacco e disillusione, anche in queste ore di
vigilia, convinti che a prescindere dal risultato il peso di
crisi ed austerità non si alleggerirà.
Tutti gli ultimi sondaggi vedono Syriza leggermente in
vantaggio su Nea Dimokratia. Ma anche se all'ex primo ministro
riuscirà di conquistare la maggioranza relativa grazie a coloro
che nelle ultime ore sembrano essersi convinti a rivotarlo - o
se vincerà il partito conservatore guidato da Vangelis
Meimarakis - nei prossimi giorni la Grecia è destinata ad avere
un governo di coalizione, perché è improbabile che ci sia un
trionfatore.
L'esecutivo avrà di fronte a sé una strada praticamente già
tracciata: applicare il memorandum tra Atene ed i creditori
internazionali che impone nuova austerità in cambio di 86
miliardi di euro in prestiti in tre anni.
La giornata pre-elettorale, tradizionalmente dedicata alla
riflessione, ha visto i due leader principali, Tsipras e
Meimarakis, impegnati in incontri informali, con qualche
prevedibile dichiarazione ottimistica. Tsipras, soddisfatto
dall'affluenza al comizio di ieri a Syntagma, ha visto i giovani
del suo partito per parlare di lavoro e di prospettive future in
un caffè-ristorante al centro di Atene, prevedendo una grande
vittoria. "Comunque oggi è il momento del relax", ha affermato.
Meimarakis ha fatto la stessa previsione di successo incontrando
i militanti di Nea Dimokratia al grande chiosco allestito al
centro della stessa piazza Syntagma. Commentando i sondaggi che
danno gli avversari di sinistra avanti ha detto di dubitare
della loro accuratezza perché "non esiste la bacchetta magica"
che dopo settimane di parità cambia l'umore dell'elettorato.
Un elettorato che ha seguito la breve campagna con notevole
disinteresse. I più delusi sono coloro che avevano votato Syriza
in maniera non ideologica, solo per avversare il Memorandum, e
che hanno votato No al referendum di luglio sugli accordi per
poi vedere il premier innestare una clamorosa marcia indietro in
direzione dell'austerità. Dice Irini, insegnante, che ha visto
il stipendio sforbiciato più volte in questi anni di crisi: "Non
sono mai stata troppo dentro la politica, ma ho votato Syriza
perché non volevo più vedere quelle facce, le facce di chi ha
rubato per anni. Ma Tsipras si è rivelato uguale agli altri.
Quindi non voterò". E come lei molti giovani che avevano sancito
il successo della sinistra.
Meimarakis, con la sua aria rassicurante, spera di attirare
verso il suo partito i delusi di quelli che lui chiama "gli
esperimenti" di Syriza e quanto vogliono premiare la stabilità
che lui intende rappresentare. Intanto, la sua campagna senza
exploit sembra aver già ottenuto un risultato: gli analisti
dicono che gli ex alleati di Syriza al governo, i nazionalisti
Greci Indipendenti, rischiano di non superare la soglia del 3% e
restare fuori dal parlamento, proprio perché Nd sta conquistando
il favore di molti dei loro elettori.