giovedì 28 novembre 2013
Dopo avere tuonato contro le violazioni altrui del copyright l'amministrazione Obama è stata denunciata. Un'azienda che gli aveva fornito un programma per pc ha scoperto che l’esercito l’aveva copiato illegalmente. Pagherà 50 milioni di dollari (Gigio Rancilio)
RICERCA SVELA: IN EUROPA IL COPYRIGHT RISPETTATO SOLO A PAROLE​
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«Non ci sono scusanti: la pirateria è un furto che va punito» ammoniva, non molti mesi fa, il vicepresidente americano Joe Biden. E via con l’illustrazione del «duro piano del governo per combattere le violazioni di copyright».Il povero Biden probabilmente ignorava di avere al proposito qualche problema «in casa». Nel 2004 infatti il governo americano aveva fatto un accordo con la società Apptricity per la fornitura di un software in grado di supportare e proteggere i soldati e le spedizioni in missioni critiche. Solo che il software costava e le richieste di averlo crescevano. Così nell'esercito americano qualcuno ha avuto la bella pensata di installare segretamente su migliaia di pc copie piratate del programma. Un furto di copyright bello e buono, che ha portato Apptricity a intentare causa al governo Usa, chiedendo un risarcimento di 250 milioni di dollari.Dopo sfuriate ai massimi livelli, l’amministrazione Obama – per evitare una condanna per violazione di copyright – ha chiesto e ottenuto un accordo extragiudiziario, pagando 50 milioni di dollari a Apptricity. Il governo non ha ancora rilasciato commenti sulla vicenda. Ma è certo che la prossima volta prima di puntare il dito contro i pirati di software ci penserà due volte.
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