Svolta nella crisi politica che ha paralizzato l'Honduras per 4 mesi: il leader de facto Roberto Micheletti e il presidente deposto Manuel Zelaya hanno raggiunto un accordo. Previa approvazione del Congresso del paese, l'accordo permetterà il reinsediamento di Zelaya come presidente (deposto dopo il golpe militare il 28 giugno) in vista delle elezioni presidenziali di novembre. A incidere fortementesullo sblocco dello stallo sono state le pressioni della comunità internazionale e la minaccia di nuove pesanti sanzioni."Sono lieto di annunciare che pochi minuti fa la mia squadra di negoziatori ha firmato un accordo che segna l'inizio della fine" dello stallo politico, ha dettoMicheletti in una nota inviata dal palazzo presidenziale. Anche Zelaya ha espresso la propria "soddisfazione" dichiarandosi ottimista riguardo all'accordo, creato perriportare "la democrazia nel paese". L'intesa, che consente anche la costituzione di un governo di unità nazionale, mette fine ai piani di Zelaya di cambiare la Costituzione e permetterà di ricorrere nuovamente alle elezioni (due dei motivi che innescarono il golpe).Dopo il colpo di stato gli Stati Uniti, l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale hanno deciso di bloccare tutti gli aiuti destinati alla nazione latino-americana. L'accordo, in gran parte scritto dal Presidente del Costa Rica Oscar Arias (mediatore chiave nella crisi), invita inoltre la comunità internazionale a revocare tutte le sanzioni, a riconoscere le elezioni presidenziali che avranno luogo il 29 novembre e ad inviare un team di osservatori internazionali per controllare le consultazioni. Da Islamabad il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha espresso favore per l'accordo definendolo "storico". "Non riesco a pensare ad un altro esempio di un paesedell'America Latina che, dopo aver subito un rottura del suo ordine democratico istituzionale, ha superato tale crisi attraverso il negoziato e il dialogo", ha detto la Clinton ai giornalisti nel corso della sua visita di tre giorni in Pakistan.