Tragico lutto per la comunità dei Salesiani in Africa. Padre Marek Rybinski, giovane missionario polacco a Manouba, in Tunisia, è stato trovato morto nella locale scuola salesiana. Non vedendolo alla Messa, don Lawrence Essery, direttore della presenza salesiana a Manouba, si è allarmato e, non trovandolo nella sua stanza, ha allertato la polizia. Gli inquirenti, giunti poco dopo, hanno iniziato la ricerca di don Rybinski: il suo corpo era in un ripostiglio, con la gola tagliata. La polizia non si è espressa circa il movente, che resta in bilico tra il furto (il giovane sacerdote era l’economo della comunità, e ogni pomeriggio portava i soldi in banca) e il fondamentalismo religioso. Ma questa seconda pista sembra accreditarsi sempre di più. Nella serata di ieri, infatti, il ministero dell’Interno tunisino ha chiamato in causa per il brutale assassinio «un gruppo di terroristi fascisti di orientamenti e appartenenze estremiste». E poco più tardi, l’arcivescovo di Tunisi, monsignor Maroun Elias Nimeh Lahham, ha riferito che nei giorni scorsi i salesiani avevano ricevuto una lettera in francese, firmata con una svastica, che diceva: «Ebrei, sappiamo che avete i soldi. O ce li date o vi ammazziamo». Quindi il commento di monsignor Lahham: «Gli ignoranti qui pensano che i non musulmani siano tutti ebrei».Sul sito del ministero degli Interni tunisino si legge che l’omicidio sarebbe stato compiuto da un gruppo terrorista islamico salafita. Monsignor Marun non si è pronunciato in proposito, ma ha ricordato la manifestazione contro gli ebrei di alcuni giorni fa di fronte alla sinagoga, dispersa dalla polizia. E alla domanda se dopo la rivoluzione si sia sentito un aumento di tensione nei confronti dei cristiani, il presule ha risposto: «Non si tratta di questo, è che non ci sono più le stesse condizioni di sicurezza, e qualcuno ne approfitta».Il corpo di padre Rybinskidon è stato trovato «sgozzato come un agnello di Dio», ha sottolineato con dolore l’arcivescovo. Ma prima era stato colpito con un martello già sulla soglia del deposito in cui è stato ucciso. «Siamo in attesa del risultato dell’autopsia – ha concluso monsignor Lahham – e faremo pressione perché si indaghi perché sia accertata la verità».Don Rybinski, 33 anni, originario di Varsavia, era stato ordinato sacerdote nel maggio 2005. Era a Manouba dal settembre 2007.