Quantità minime delle radiazioni provenienti dalla centrale di Fukushima sono già arrivate in Europa, ed entro un paio di giorni dovrebbero raggiungere l'Italia, rimanendo però ben al di sotto dei livelli di allarme. Lo affermano alcune agenzie europee specializzate nella rilevazione delle radiazioni. Secondo la Comprehensive Test Ban Treaty Organisation, un'agenzia dell'Onu che ha 63 stazioni di osservazione nel mondo, le particelle radioattive giapponesi sarebbero già arrivate in Islanda passando per gli Usa: "È solo una questione di giorni prima che si disperdano in tutto l'emisfero nord - afferma Andreas Stohl, uno degli esperti dell'agenzia - ma per l'Europa non ci sono assolutamente pericoli per la salute".La previsione è confermata dall'agenzia francese per la sicurezza nucleare, secondo cui piccole quantità di ioduro radioattivo proveniente da Fukushima, da mille a 10mila volte inferiori a quelle giunte da Chernobyl, dovrebbero raggiungere la Francia domani, e poi estendersi verso sud nei giorni successivi. Anche il dipartimento per l'energia statunitense ha registrato lo scorso fine settimana un leggero aumento delle radiazioni, attribuito al disastro giapponese.
Iodio radioattivo è stato rilevato nell'acqua di mare vicino alla centrale di Fukushima Daiichi, arrivando a un livello 29,8 volte superiore al limite consentito. Lo riporta l'agenzia di stampa giapponese
Kyodo news. I livelli di radiazione in acqua di mare non costituiscono minaccia immediata per la salute, ha riferito il governo nipponico, ma i valori sono al di sopra del normale alimentando preoccupazioni sulla contaminazione marina e sugli effetti sui prodotti della pesca. Il ministero della Scienza e Tecnologia ha precisato che provvederà a esaminare l'acqua nel raggio di 10 e 30 km dalla centrale nucleare di Fukushima. Secondo la Tepco, lo iodio-131 è stato rilevato nei campioni di acqua pari a 126,7 volte il limite di concentrazione legale, mentre i livelli di cesio-134 si sono attestati a 24,8 volte e quelli di cesio-137, inoltre, a quota 16,5. Tracce di cobalto 58, infine, sono state rilevate anche in un campione di acqua prelevato nei pressi dell'impianto.Intanto continua a fuoriuscire vapore bianco dai reattori n.2 e 3 della centrale nucleare di Fukushima, gravemente danneggiata dal sisma e dallo tsunami che l'11 marzo scorso hanno colpito il Giappone. L'onda che ha colpito l'impianto nucleare è stata di 14 metri d'altezza. I reattori n.1 e 4 hanno ricominciato stamattina a ricevere elettricità. Dalla Tepco, la società che gestisce la centrale, arriva l'ammissione di un'evidente insufficienza di controlli. L'Organizzazione mondiale per la sanità lancia l'allarme sulla contaminazione radioattiva del cibo prodotto a Fukushima. Oggi la commissione Industria del Senato esprime il proprio parere su un decreto legislativo sulle procedure del nucleare. Le operazioni per raffreddare i reattori surriscaldati della centrale nucleare di Fukushima, nel nord del Giappone, sono riprese. Lo afferma la Tepco, che gestisce la centrale, precisando che il fumo uscito oggi da due reattori - il n.1 e il n.4 - «non costituisce un problema» per i lavoratori impegnati in prima linea. I lavoratori avevano abbandonato la centrale ieri, dopo che del fumo era uscito dal reattore n.3, ritenuto il più pericoloso perche alimentato dal "mox", una miscela di uranio e plutonio altamente radioattiva. Il portavoce governativo Yukio Edano ha affermato che, nonostante l'allarme per il cibo radioattivo lanciato ieri, per il momento non verrà estesa la «zona di esclusione» intorno alla centrale.Una nuova scossa di terremoto di magnitudo 6,6 della scala Richter è stata registrata in Giappone, al largo dell'isola Honshu. Secondo quanto riferito dallo U.S Geological Survey, l'epicentro del sisma è stato localizzato a una profondità di 10 chilometri, alle ore 16.18 locali.La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi con un rialzo del 4,36%.
«MANCATI CONTTROLLI SUI REATTORI» Il Giappone cerca una fragile normalità, mentre si alza ancora la conta ufficiale delle vittime arrivata a oltre 22mila. Le stime tuttavia, e soprattutto i dati della polizia riferite ai centri più colpiti, potrebbero salire ancora. Vanno anche meglio delineandosi le conseguenze delle perdite radioattive. Valori di contaminazione sono stati riscontrati in misura diversa in varie prefetture a Nord di Tokyo e anche nell’acqua della capitale e di 8 prefetture, come pure in diversi prodotti agricoli e latte. Per le autorità giapponesi, tuttavia, quei livelli che non costituiscono un pericolo reale per la salute, se non entro l’area di 30 chilometri attorno ai reattori 1 e 2 di Fukushima. Ieri, l’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato l’allarme riferito ai generi alimentari il cui inquinamento sarebbe ben più alto di quello ammesso ufficialmente. «È abbastanza chiaro che si tratta di una situazione grave – ha detto il portavoce regionale dell’Oms Peter Cordingley –. È molto più serio di quanto tutti avevano pensato in un primo momento». Ora, ha concluso Cordingley, «è lecito supporre che prodotti contaminati siano usciti dalla zona a rischio». A confermarlo, sono state ieri pomeriggio le autorità, che hanno proibito il commercio di alcuni prodotti agricoli a foglia larga, tra cui gli spinaci di quattro prefetture, Fukushima, Ibaraki, Tochigi e Gunma. A sconvolgere, però, è stata soprattutto l’ammissione della Tepco – la società che gestisce gli impianti –, in un rapporto del 28 febbraio, di «mancati controlli» a Fukushima. Anche se per ora – ha ribadito l’Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese – questi non possono essere collegati direttamente agli incidenti. Il rapporto era stato inviato dalla Tepco all’Agenzia e rivela dettagli allarmanti: le valvole della temperatura su un reattore non erano state esaminate per 11 anni, mancavano ispezioni e controlli su 33 pezzi dei 6 reattori. I generatori, inoltre, erano posti nei seminterrati, facilmente soggetti ad allagamento. L’Agenzia nucleare nipponica aveva risposto con una lettera del 2 marzo, ordinando un piano correttivo entro il 2 giugno. Il che potrebbe far nascere anche dubbi sul ruolo dell’Authority. Al momento, però, sotto accusa per negligenza è la società.Intanto, mentre la temperatura continua a scendere, dopo quattro giorni di tregua, l’azienda elettrica di Tokyo (Tepco), ha fatto sapere che da questa mattina ci sarà un black out di 4 ore nell’area della centrale. Una situazione che spinge ad accelerare lo spostamento verso la capitale e aree contigue di almeno 200mila sfollati dai centri di raccolta delle aree colpite. Ieri le televisioni hanno trasmesso le immagini sorprendenti di una donna ottantenne e del nipote sedicenne recuperati tra le macerie del terremoto nella città di Ishinomaki.La giornata di ieri, Festa della Primavera e quindi di chiusura per molte aziende e per le scuole in Giappone, ha contribuito a consentire un più veloce ripristino dei servizi essenziali: trasporti, corrente elettrica, distribuzione del carburante. Tuttavia, diversi prodotti faticano a raggiungere gli scaffali dei supermercati della capitale, anche se la situazione è ben lontana dalla drammaticità delle aree colpite, di fatto ancora in buona parte irraggiungibili dai normali mezzi di trasporto. A Fukushima 1, intanto, la «situazione migliora», ha detto il premier Naoto Kan. I reattori 1, 3, 4 e 6, inondati con gli idranti nei giorni scorsi, sembrano sotto controllo. Mentre sono a buon punto i lavori per allacciare i numeri 2 e 5 alla rete elettrica esterna e garantire così una ripresa del funzionamento dei sistemi di raffreddamento. Ci vorranno comunque alcuni giorni per dare il “via libera” all’operazione. Intanto ieri è stato lanciato un allarme, prima per il reattore numero 3 e poi per il numero 2 per la fuoriuscita di fumo. Si nutre seria preoccupazione in Giappone per la sorte delle decine di tecnici e di pompieri impegnati attorno agli impianti e che ieri sono stati nuovamente allontanati. Un contributo potrebbe venire dagli Stati Uniti sotto forma degli automi Packbot 510 e Warrior 710,prodotti dalla iRobot. I robot sono in grado, coordinandosi, non solo di verificare lo stato degli impianti, ma anche di agire da pompieri. Secondo la stampa Usa, questi e altri due esemplari di iRobot sarebbero già arrivati in Giappone. Sembra allontanarsi, invece, l’ipotesi di seppellire sotto il cemento quanto resta dei reattori, ma le autorità hanno fatto capire che il destino della centrale, la maggiore del Giappone, è segnato. Si conferma la difficoltà di avere notizie certe degli stranieri, circa 95mila di un’ottantina di Paesi, e l’ambasciata d’Italia Tokyo, sua volta, ha fatto sapere che «l’emergenza non è ancora superata e non si possono pertanto escludere ulteriori, rilevanti danni ambientali, con conseguenti rischi per la salute». La nostra rappresentanza diplomatica ha diffuso un comunicato in cui si conferma «la raccomandazione ai connazionali di allontanarsi da Tokyo e dalle prefetture limitrofe, soprattutto a nord di Tokyo».Si cominciano anche a meglio definire i contorni economici della catastrofe. La Banca mondiale ha stimato un costo superiore ai 123 miliardi di dollari.
Stefano Vecchia