venerdì 8 luglio 2022
L'ex primo ministro è deceduto in ospedale dopo essere stato colpito da almeno due proiettili mentre teneva un comizio
Shinzo Abe

Shinzo Abe - Reuters

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L'ex primo ministro giapponese, Shinzo Abe, è morto in ospedale dopo essere stato ferito a colpi da arma da fuoco a Nara, nel Giappone occidentale, dove si trovava per sostenere un candidato del Partito Liberal-democratico di maggioranza alle elezioni per il rinnovo della Camera Alta del 10 luglio prossimo. "Abbiamo tentato di rianimarlo per quattro ore", ha riferito il responsabile del Pronto soccorso.

Abe è stato colpito alle spalle da almeno due proiettili intorno alle 11.30 di oggi, le 4.30 del mattino in Italia, e si è accasciato durante il discorso che stava tenendo di fronte alla stazione di Yamato-Saidaiji. L'emittente televisiva Nhk ha mostrato immagini dell'evento a cui stava partecipando il 67enne ex premier giapponese. Abe sarebbe stato cosciente dopo gli spari che lo hanno colpito ma, subito trasportato in ospedale, sarebbe andato in arresto cardio-polmonare.

Immagini diffuse dai media nipponici mostrano la polizia mentre arresta un uomo immobilizzato a terra, identificato con il nome di Yamagami Tetsuya, 41 anni (e secondo fonti governative citate dall'agenzia Kyodo membro delle Forze Armate del Giappone), a cui gli agenti hanno sequestrato una pistola e che hanno interrogato con l'accusa di tentato omicidio.

La polizia ha riferito che "il sospetto ha dichiarato di nutrire rancore nei confronti di una particolare organizzazione e di aver commesso il crimine perché credeva che l'ex primo ministro Abe avesse un legame" con tale organizzazione.

L'assassino ha usato una pistola fatta da lui stesso in modo artigianale. Diverse armi simili sono state trovate a casa sua dalla polizia.

Il primo ministro Fumio Kishida, rientrato d'urgenza a Tokyo, alla Kantei, con tutto il governo, ha definito l'attacco contro Abe un atto "vile e barbaro". Sconcerto dei leader del mondo, dagli Stati Uniti all'Europa, dalla Thailandia all'India e alla Cina.

"È venuta a mancare una persona meravigliosa, un grande democratico e un campione dell'ordine mondiale multilaterale. Sono in lutto con la sua famiglia, i suoi amici e tutto il popolo giapponese. Questo brutale e vile assassinio di Shinzo Abe sconvolge il mondo intero" scrive in un tweet la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

Il segretario capo di gabinetto giapponese, Hirokazu Matsuno, ha condannato l'episodio come "un atto di barbarie" che non può essere tollerato. Tra i primi a commentare l'evento è stato l'ambasciatore statunitense in Giappone, Rahm Emmanuel, che si è detto "rattristato e sconvolto".

Il Giappone va avanti verso le elezioni di domenica per la Camera dei Consiglieri, la camera alta del Parlamento di Tokyo. Nessuno stop per partiti e forze politiche. Il primo a confermarlo è stato il segretario generale del partito Liberal democratico, il partito di Shinzo Abe, che ha detto che gli appuntamenti della campagna elettorale previsti per domani continueranno come previsto per "dimostrare che il Paese non cederà alla paura".

"Le elezioni sono il pilastro della democrazia e la democrazia va difesa", ha detto il premier giapponese Fumio Kishida, secondo il quale "non possiamo arrenderci alla violenza e, per questo motivo, continueremo a lottare nella campagna elettorale fino alla fine". "Spero - ha detto - che il popolo giapponese pensi a questo e si adoperi per proteggere la nostra democrazia".

Chi era Shinzo Abe e cos'è l'Abenomics

Shinzo Abe è stato il primo ministro di più lungo corso della storia del Giappone, ricoprendo l'incarico per due volte, dal 2006 al 2007 e dal 2012 al 2020, quando a 65 anni si dimise per motivi di salute. Già nel 2007 era stato già costretto dalla sua malattia, un disturbo intestinale chiamato rettocolite ulcerosa, a rinunciare all'incarico di premier appena un anno dopo l'elezione. Era tornato al potere nel dicembre del 2012 e il 24 agosto 2020, con 2.799 giorni consecutivi come premier, aveva superato il precedente record registrato da un suo prozio, Eisaku Sato, al governo dal novembre del 1964 al luglio del 1972.

Abe era nato da una famiglia influente in politica: suo nonno, Nobusuke Kishi, era stato primo ministro, mentre suo padre, Shintaro Abe, aveva ricoperto la carica di ministro degli Esteri.

Abe era entrato in politica nel 1993, eletto per la prima volta in parlamento due anni dopo la morte del padre, e aveva scalato posizioni nel Partito Liberal-democratico diventandone presidente nel 2006, quando assunse per la prima volta la carica di premier.

Sul piano interno, la principale eredità di Shinzo Abe è stata la sua politica economica, che da lui prende il nome di "Abenomics", che puntava a ravvivare l'economia giapponese. L'iniziativa macro-economica per il rilancio del Paese si è composta di una politica monetaria espansiva senza precedenti, una forte spesa pubblica e riforme strutturali, che hanno ravvivato l'economia durante il suo primo mandato, perdendo, però, efficacia negli anni a seguire, con il prodotto interno lordo giapponese che ha registrato una contrazione nel 2015, mentre nel 2020 il Paese è entrato in recessione, ancora prima della crisi innescata dal Covid-19.

Gli anni dell'Abenomics appaiono ormai legati al passato. Lo stesso primo ministro attuale, Fumio Kishida, l'ha criticata l'anno scorso, all'inizio del suo mandato. "L'Abenomics ha chiaramente dato risultati in termini di prodotto interno lordo, utili societari e impiego, ma ha fallito nel creare un 'circolo virtuoso'", ha dichiarato al Financial Times Kishida, che punta ad aumentare i redditi di un'ampia fetta della popolazione per incentivare i consumi, con l'obiettivo di realizzare una "nuova forma di capitalismo" diversa dalle politiche "neoliberiste" degli anni Novanta e dei primi anni anni Duemila.

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