È cominciata quella che Muammar Gheddafi ha definito la propria "offensiva diplomatica". Tre jet privati appartenenti alla famiglia Gheddafi sono decollati da Tripoli e, sgomberate le voci iniziali che parlavano di una fuga del rais dalla Libia, hanno portato emissari del colonnello nelle capitali del Mediterraneo. Il primo dei tre aerei è atterrato al Cairo con il generale Abdel Rahman Ben Ali al-Sayyid al-Zawy, portatore di un messaggio al capo del Consiglio supremo delle forze armate, Houssein Tantawi; e forse al-Sayyid incontrerà il segretario generale della Lega Araba Amr Moussa.Un altro aereo si è fermato a Malta, dove emissari del governo libico hanno incontrato alti funzionari del governo della Valletta; ma il velivolo ha poi ripreso il volo diretto verso il Portogallo per incontrare il ministro degli Esteri, Luis Amado, alla vigilia dei cruciali incontri a Bruxelles (il Cagre e la Nato).Infine un altro aereo si sarebbe diretto a Bruxelles, passando per la Francia.Anche la diplomazia internazionale, tuttavia, non si ferma. Mentre le autorità libiche hanno offerto una taglia di 500mila dinari libici (400mila dollari) a chiunque catturi il leader dei ribelli, l'ex ministro della Giustizia, Mustafa Abdel Jalil, e lo consegni, l'Eliseo ha fatto sapere che domani il presidente, Nicolas Sarkozy, i rappresentanti del Consiglio nazionale di Bengasi. Intanto gli Stati Uniti e alcuni Paesi della Nato stanno valutando la possibilità di imporre una no-fly zone in Libia anche senza l'autorizzazione dell'Onu ma con il supporto dei principali attori della regione: Lega araba, Nato e Ue.L'Italia ha fatto sapere che è pronta a partecipare in modo "attivo" alle eventuali misure che tanto l'Onu, che l'Ue che la Nato adotteranno con il regime del leader libico.
AL ARABIYA: CENTINA DI MORTI DOPO 6 GIORNI DI BOMBARDAMENTICentinaia di morti ad al Zawiya dopo sei giorni di bombardamenti da cielo e terra. Lo ha detto un testimone oculare da al Zawiya, Mohammad, abitante della città, ad Al Arabiya. Durante un collegamento telefonico ha detto: "siamo allo stremo ma non ci arrendiamo".
GHEDDAFI IN TV: COMPLOTTO COLONIALISTAIl leader libico Muammar Gheddafi ha accusato gli occidentali, in particolare la Francia, di condurre un "complotto colonialista" contro il suo Paese. Gheddafi ha parlato in una intervista diffusa stamani dalla tv francese
LCI. A una domanda sulle posizioni dei Paesi occidentali, e in particolare della Francia, che hanno dato il loro sostegno agli insorti, Gheddafi ha risposto: "Vogliono colonizzare la Libia di nuovo. È un complotto colonialista". Quando il giornalista gli ha chiesto se prevede di adottare delle «misure di rappresaglia contro la Francia, il leader libico si è limitato a rispondere "si vedrà", dicendosi fiducioso su future "visite" in Europa una volta che "tutto questo sarà finito».I ribelli che lottano contro il governo hanno ricevuto il lavaggio del cervello da parte di al Quaeda. Lo ha detto il leader libico Muammar Gheddafi tornando a parlare alla televisione di Stato, secondo quanto riferisce a
l Jazira.
ZAWIYA VICINA A CAPITOLAZIONE, RESISTE MISURATAPotrebbe essere vicina alla capitolazione Zawiya, la città libica occidentale dove le forze fedeli a Muammar Gheddafi hanno intensificato nelle ultime ore l'offensiva sui ribelli, mentre a Misurata le forze governative avanzano, ma i ribelli oppongono una forte resistenza. Lo dicono fonti interpellate a Tripoli. Le fonti parlano dell'ingresso a Zawiya di una cinquantina di carri armati e di pesanti combattimenti, ma dicono che pur essendoci ancora rivoltosi in città, questi tendono a nascondersi. Fonti sentite a Tripoli parlano di una resistenza tenace dei ribelli a Misurata. Secondo il governo libico, fra i ribelli a Misurata vi sono elementi algerini e tunisini di Al Qaida per il Maghreb islamico (Aqmi).
JOE BIDEN A MOSCA, ANCHE LIBIA IN AGENDALa no-fly zone per la Libia e lo stato delle relazioni fra Russia e Stati Uniti in campo militare e economico: assieme alla candidatura della Russia ad un ingresso nel Wto, sono questi - secondo fonti ufficiali rilanciate dalle agenzie russe - i temi che vengono affrontati fra oggi e domani dal vicepresidente americano Joe Biden in visita a Mosca. Anche se l'agenda ha connotati soprattutto bilateali, tema d'attualità è la crisi libica in cui Mosca rimane contraria alla cosiddetta "opzione militare" per tutelare gli insorti dai raid del colonnello Muammar Gheddafi: Washington, assieme a Francia e Gran Bretagna, preme all'Onu per una no-fly zone sui cieli della Libia e spera di ottenere un via libera (o almeno un'astensione) di Russia e Cina grazie alle pressioni del mondo arabo. La tappa moscovita del viaggio di Biden, che ieri era in Finlandia e venerdì andrà in Moldavia, è considerata preparatoria di una seconda visita del presidente americano Barack Obama in Russia dopo quella compiuta alla vigilia del G8 dell'Aquila del luglio 2009. Il numero due della casa Bianca incontrerà stasera il presidente russo Dmitri Medvedev e, domani, il premier Vladimir Putin, protagonisti assieme ad Obama di un "nuovo inizio" (reset) delle relazioni fra i due paesi impostato due anni fa dopo decenni di attriti soprattutto sulla difesa missilistica. A coniare il termine reset, peraltro, era stato proprio Biden alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza del 2008.