
Un'auto ha investito una folla di dimostranti a Monaco di Baviera - ANSA
«Le autorità della polizia per ora non credono che ci sia un collegamento diretto con la Conferenza sulla sicurezza». Sono le prime dichiarazioni del cristiano-sociale Joachim Hermann, ministro degli Interni della Baviera, il primo politico ad arrivare sul posto, alla Stiglmaierplatz tra Dachauer Strasse e Seidlstrasse, non lontano dalla stazione centrale di Monaco di Baviera. Alle 10.30 un’auto, una Mini, supera a velocità sostenuta una vettura della polizia e si lancia contro un gruppo di mille manifestanti del sindacato dei Verdi: 28 feriti, di cui due molto gravi, tra di loro anche bambini.
I dimostranti non si sono accorti del suo arrivo perché l’auto è arrivata a tutta velocità alle loro spalle. L’autista della mini è stato bloccato e arrestato: «si tratta di un 24enne proveniente dall’Afghanistan, un richiedente asilo, già noto alla polizia poiché era stato già denunciato per possesso di stupefacenti», ha sottolineato Hermann. Secondo i media tedeschi in passato l’afghano aveva postato sui social media contenuti e simboli filo islamisti e jihadisti. Il presunto attentatore sarebbe Farhad N. Nato a Kabul nel 2001, il 24enne sarebbe arrivato in Germania alla fine del 2016 come minore non accompagnato. E secondo la Bild sarebbe «arrivato dall’Italia» dove ha soggiornato per un breve periodo. In Germania aveva presentato richiesta di asilo, ma l'Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati aveva respinto la sua domanda. La sua espulsione è stata però sospesa dopo la concessione di un permesso di soggiorno temporaneo.
Il governatore della Baviera, Markus Söder, è stato il primo ad ipotizzare un attentato di matrice islamica: «Gli inquirenti seguono anche la pista terroristica. Quello che è successo è stato semplicemente terribile». In tutta la città, subito dopo il presunto attentato, è stato elevato il livello di sicurezza: a solo due chilometri, all'Hotel Bayerischer Hof, da oggi si svolge la “Conferenza sulla sicurezza di Monaco”. Più di 60 capi di Stato e di governo e più di 100 ministri parteciperanno al più importante incontro mondiale di esperti in politica di sicurezza. Tra gli altri, il vicepresidente americano J.D. Vance, annunciata la presenza anche del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj e del cancelliere Olaf Scholz. Proprio il capo del governo di Berlino, impegnato negli ultimi giorni di campagna elettorale, in vista del voto anticipato del 23 febbraio, in un post su X ha parlato di «atto orribile» e ha aggiunto che il sospettato «deve essere punito, espulso e deportato nel suo Paese». Il presunto attentato di ieri giunge dopo una serie di episodi tragici: attentati, presunti o rivendicati, auto lanciate contro la folla, accoltellamenti, commessi anche da richiedenti asilo, siriani e afghani, che hanno indotto il governo a introdurre nuove misure, come la chiusura permanente dei confini e l’accelerazione delle procedure di espulsione di rifugiati che commettono reati in Germania. Il 29 gennaio il leader e candidato cancelliere dei cristiano-democratici, Friedrich Merz, ha presentato una mozione per inasprire ulteriormente le misure per limitare l’immigrazione illegale. La mozione è passata grazie ai voti dell’ultradestra di Afd. Ieri anche Merz è intervenuto con un post su X: «La sicurezza delle persone in Germania sarà la nostra massima priorità. Applicheremo costantemente la legge e l’ordine. Tutti devono sentirsi di nuovo al sicuro nel nostro Paese. Qualcosa deve cambiare in Germania». Parole molto severe anche da parte della ministra degli Interni Nancy Faeser (Spd): «Il governo federale ha già inasprito le leggi per l'espulsione dei criminali violenti ora devono essere applicate con tutto il rigore. Siamo l'unico Paese in Europa ad espellere persone in Afghanistan e, nonostante il Paese sia nuovamente sotto il controllo dei talebani, continueremo a farlo». Ad alimentare ulteriormente lo stato di tensione nel Paese, un annuncio della polizia di Dresda che ha sventato un piano per un attacco incendiario contro un centro di accoglienza per richiedenti asilo nella Germania orientale, fermato un 21enne tedesco.