La guerra a Gaza dopo 50 giorni è
finita: l'Egitto è riuscito con un indubbio successo diplomatico
(laddove altri hanno fallito) a mettere d'accordo Hamas e
Israele per un cessate il fuoco "illimitato". E dalle 18
italiane le armi hanno cominciato a tacere dopo una giornata che
ha segnato, anche dopo quell'ora, un fitto lancio di razzi dalla
Striscia sui villaggi nei pressi della frontiera con l'enclave
palestinese.
L'ultima vittima è stato un israeliano centrato da un colpo
di mortaio, mentre i raid di risposta dello Stato ebraico hanno
fatto tre morti a Gaza. L'accordo di oggi, annunciato da Hamas
e confermato a nome dell'Autorità nazionale palestinese (Anp)
dal presidente Abu Mazen con un messaggio tv, ha posto fine
alla più lunga operazione di Israele nei confronti della
Striscia, cominciata lo scorso 8 luglio dopo il continuo lancio
di razzi da Gaza.
Entro un mese, ha rivelato il ministro degli
Esteri egiziano, le parti si rivedranno al Cairo per proseguire
le trattative indirette su tutti i temi, con l'obiettivo di
arrivare ad un'intesa politica più vasta e comprensiva. Ma in
questo lasso di tempo, secondo le prime indiscrezioni, Israele
dovrebbe aprire i suoi confini con Gaza - oltre quello egiziano
di Rafah, con la possibile supervisione delle forze di sicurezza
del presidente Abu Mazen - in modo da consentire l'ingresso agli
aiuti umanitari e per la ricostruzione della Striscia. Accordo
anche sull'estensione da tre a sei delle miglia marine in cui
sarà consentita la pesca per i navigli di Gaza.
Ovviamente l'intesa prevede che non un razzo dovrà cadere su
Israele. L'appuntamento decisivo sarà però tra 30 giorni: lì si
misureranno la principale richiesta israeliana, quella di
smilitarizzare la Striscia, e quella delle fazioni palestinesi,
con in testa Hamas, di un aeroporto, di un porto e della
possibilità di spostamento maggiore per i cittadini di Gaza.
Temi tutti particolarmente difficili, visto come sono andate le
trattative finora.
Fatto sta che però il risultato raggiunto dall'Egitto di Sisi
è un successo inequivocabile che diventerebbe ancora più vistoso
se le parti raggiungessero un'intesa politica definitiva. Se da
parte di Israele al momento non ci sono commenti ufficiali al
cessate il fuoco, da Gaza, dove ci sono state scene di giubilo per strada all'annuncio della tregua, Hamas canta vittoria. "La
nostra resistenza armata - ha detto il portavoce della fazione
Sami Abu Zuhri - ha ottenuto ciò che le armate arabe non hanno
raggiunto. Questo debole assediato popolo ha sconfitto il più
grande esercito del Medio Oriente".
In Israele i consigli comunali delle cittadine vicine alla
Striscia, le più bersagliate dai razzi, si sono detti contrari
all'accordo, che giudicano "una resa al terrorismo". Molti di
loro hanno minacciato di non fare ritorno alle case abbandonate
in queste settimane a causa della guerra. Questo potrebbe essere
uno dei problemi che dovrà affrontare il governo del premier
Benyamin Netanyahu nel gestire l'accordo.
Qualunque sia la valutazione sull'esito del conflitto, con
oltre 2130 vittime da parte palestinese e 64 soldati più cinque
civili in Israele, l'intesa è stata salutata da un sospiro di
sollievo da più parti: gli Stati Uniti, ha affermato Jen Psaki,
portavoce del Dipartimento di Stato, esprimono "sostegno
totale". Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha detto
che "ora è necessario che israeliani e palestinesi avviino al
più presto negoziati per una tregua duratura e un'intesa
politica che porti finalmente a una soluzione stabile del
conflitto".
In questi 50 giorni di guerra su Israele sono caduti,
secondo l'esercito, 4562 razzi e colpi di mortaio, mentre
l'aviazione israeliana ha attaccato 5262 obiettivi a Gaza.