giovedì 12 settembre 2024
L'episodio con il più alto numero di vittime tra i dipendenti Unrwa in tutta la guerra. Guterres: «Queste drammatiche violazioni del diritto umano internazionale devono cessare immediatamente»
Un padre tiene in braccio il cadavere del figlio, avvolto in un lenzuolo, nella scuola dell'Unrwa bombardata

Un padre tiene in braccio il cadavere del figlio, avvolto in un lenzuolo, nella scuola dell'Unrwa bombardata - Ansa

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Il copione è sempre lo stesso: sfollati e operatori umanitari per Hamas, terroristi per Israele. L'attacco missilistico di mercoledì alla scuola dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ad al-Jauni nel campo profughi di Nuseirat ha fatto almeno 18 vittime. Tra queste, ha denunciato il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ci sono sei dipendenti della stessa agenzia, e dunque operatori umanitari delle Nazioni Unite. «Una scuola trasformata in rifugio per 12mila persone è stata nuovamente bersagliata da attacchi aerei israeliani. Sei dei nostri colleghi sono tra i morti» ha scritto su X. «Quello che sta accadendo a Gaza è totalmente inaccettabile - ha ribadito Guterres -. Queste drammatiche violazioni del diritto umano internazionale devono cessare immediatamente».

L'Unrwa afferma che si tratta del «più alto numero di morti tra il nostro personale in un singolo incidente». «Tra le persone uccise c'era il responsabile del rifugio dell'Unrwa e altri membri del team che forniva assistenza agli sfollati», scrive l'agenzia su X. In precedenza, l'esercito israeliano aveva affermato che l'aeronautica aveva «condotto un attacco preciso contro i terroristi che operavano all'interno di un centro di comando e controllo di Hamas» nel cortile della scuola, senza fornire dettagli sull'esito o sull'identità delle persone colpite.

Una fonte medica della clinica al-Awda di Nuseirat, dove sono state portate alcune delle vittime, parla di 15 morti e 44 feriti. Il corrispondente dell'agenzia di stampa Afp ha visto almeno un bambino e alcune donne tra i numerosi feriti arrivati in barella all'ospedale al-Aqsa di Deir al-Balah, nella zona «di sicurezza» umanitaria. Il governo di Hamas sostiene che la scuola ospitava 5mila sfollati al momento dell'attacco e che tra i morti ci sarebbero «donne e bambini».

Su X il direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha scritto: «Piangiamo la perdita di altri 6 colleghi. La carneficina a Gaza deve cessare. Terribilmente tragico. Nessuna parola può descrivere il vero orrore e la perdita di vite umane a Gaza. Ospedali, scuole e rifugi sono stati ripetutamente bombardati, con conseguenti morti tra civili e operatori umanitari. Cessate il fuoco».

Cordoglio e appello a fermare la strage anche dall'Unicef. «I nostri cuori sono con le famiglie dei sei colleghi dell'Unrwa uccisi. Secondo le notizie nell'attacco sono morti almeno due bambini - scrive su X la direttrice Catherine Russul -. Questo orrore deve finire. Gaza ha bisogno di un cessate il fuoco».

La disperazione di una donna sfollata nella scuola colpita ieri nel campo di Nuseirat

La disperazione di una donna sfollata nella scuola colpita ieri nel campo di Nuseirat - Ansa

Dall'inizio del conflitto nella Striscia di Gaza, con il massacro di 1.200 del 7 ottobre 2023 perpetrato da Hamas nel sud di Israele, è la quinta volta che la scuola di al-Jauni, nel settore centrale dell'enclave, viene bombardata. Negli ultimi mesi, l'esercito ha colpito diverse scuole, che da dieci mesi sono trasformate in centri di accoglienza, sostenendo che ospitavano centri di comando di Hamas.

Fin dai primi mesi del conflitto, Israele accusa l'Unrwa di accogliere tra le sue fila sostenitori di Hamas e persino miliziani armati. Per questo vorrebbe espellerla dalla Striscia e ha chiesto che le siano tagliati i finanziamenti dall'estero. Da parte sua, l'agenzia dell'Onu si è limitata a espellere quei dipendenti che si sono effettivamente macchiati di crimini: sarebbero poco più di una decina su circa tremila.

E anche nell'attacco di oggi secondo le forze armate di Tel Aviv tre degli operatori uccisi erano contemporaneamente membri del braccio militare di Hamas. Si tratterebbe di Muhammad Adnan Abu Zaid, Yasser Ibrahim Abu Sharar e Iyad Matar. In base alle informazioni diffuse dall’esercito almeno due di loro sarebbero stati responsabili anche del lancio di colpi di mortaio contro le truppe israeliane. Nessuna accusa è invece stata mossa contro gli altri operatori umanitari uccisi, confermando la scelta israeliana di colpire deliberatamente “obiettivi militari” anche in presenza di civili estranei alle organizzazioni armate.

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