mercoledì 30 luglio 2014
Colpita una scuola rifugio di sfollati: almeno 23 i morti, 125 i feriti. Morta anche la piccola Shaima | La Santa Sede invia gli appelli del Papa alle ambasciate accreditate.
Bimbi uccisi: lo sguardo non basta di A. Mariani
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Una tregua lampo umanitaria nella Striscia di Gaza, dalle 15 alle 19 di mercoledì (le 14-18 in Italia) è stata accettata da Israele. La tregua è limitata ad alcune zone dell'enclave, dove peraltro non sono presenti truppe di terra. È questa l'unica nota positiva di una giornata, la 23ma di combattimenti, in cui si sperava fosse concordato un cessate-il-fuoco. Intanto le vittime palestinesi salgono a 1.336. Secondo quanto ha detto ai giornalisti acccreditati al Palazzo di Vetro John Ging, direttore operativo dell'Ufficio Onu per gli affari umanitari (Ocha), a Gaza sono rimasti uccisi 249 bambini". Ging ha anche aggiunto che 5.750 case sono state distrutte. Un'altra triste notizia: Shaima, la bebè nata giorni fa poco dopo che la madre era morta in un bombardamento israeliano, non ce l'ha fatta. La televisione commerciale israeliana Canale 2 riferisce che la piccola, che aveva rappresentato nella Striscia un flebile messaggio di speranza, è spirata nell'incubatrice. Secondo le prime informazioni, ancora non ufficiali, sarebbe stata vittima di un malfunzionamento di quella apparecchiatura medica dopo un'interruzione della corrente elettrica legata ai combattimenti in corso. I bombardamenti israeliani sono continuati incessantemente in mattinata, mietendo decine di vittime tra la popolazione.L'episodio più grave all'alba nel campo profughi di Jabaliyah, settore nord della Striscia, dove carri armati hanno aperto il fuoco contro una scuola gestita dall'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei soccorsi ai profughi palestinesi. La palazzina, uno degli 85 rifugi messi a disposizione dei civili dall'Onu, ospitava circa 3.300 sfollati: dormivano, al momento dell'attacco. Almeno 23 hanno perso la vita, mentre altri 125 sono i feriti.

Il bombardamento ha mandato su tutte le furie il numero uno dell'Unrwa, Pierre Krahenbuhl, che ha tuonato contro Israele. "Condanno nei termini più decisi possibile questa grave violazione del diritto internazionale da parte delle forze israeliane", ha affermato l'alto funzionario svizzero, ricordando come l'ubicazione precisa della struttura fosse stata comunicata a Tsahal in ben diciassette occasioni. "Questa è la sesta volta in cui è stata colpita una delle nostre scuole", ha rincarato la dose Krahenbuhl. La stessa Unrwa d'altra parte ha riconosciuto che in un'altra delle proprie scuole a Gaza è stato localizzato un deposito clandestino di razzi, e ha denunciato la violazione della propria "neutralità", e della "inviolabilità" degli edifici Onu, ma soprattutto il fatto che "civili siano stati messi in pericolo": alla "condanna dei responsabili" non sono peraltro seguite accuse ad alcuna fazione in particolare. Si segnala inoltre l'uccisione di una bambina disabile di 11 anni, in un attacco su Gaza città, e l'annientamento di due famiglie, di 9 e 7 persone, nel corso di una serie di martellamenti di artiglieria contro Khan Younis, al sud.La Presidenza dell'Autorità Nazionale Palestinese frattanto ha smentito l'invio al Cairo di una propria delegazione, comprendente anche esponenti di Hamas e della Jihad Islamica, per ascoltare le nuove proposte dei mediatori egiziani. Martedì sembrava cosa fatta, ma a 24 ore di distanza l'Anp ha rilanciato la palla nel campo d'Israele cui, ha sottolineato, tocca fare la prima mossa in direzione di una vera cessazione delle ostilità. Il capogruppo degli europarlamentari socialisti e democratici, Gianni Pittella, insiste: "Serve una forza di interposizione europea tra Istraele e Hamas sotto l'egida Onu. Ashton agisca".

Martedì, in un'informativa alla Camera, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, aveva ribadito che "l'imperativo è fermare il conflitto", anche se temporaneamente, e ha avvertito che la situazione complessiva della regione, "la nostra regione", è drammatica e può "letteralmente far esplodere tutta la regione". Papa Francesco continua a seguire con preoccupazione la situazione. La Segreteria di Stato vaticano ha inviato alle ambasciate accreditate presso la Santa Sede una "nota verbale" per richiamare i recenti appelli sul Medio Oriente rivolti dal Papa dopo gli ultimi Angelus. In merito, l'arcivescovo Dominique Mamberti, responsabile della sezione per i rapporti con gli Stati, ha sottolineato alla Radio Vaticana che "ovviamente la Segreteria di Stato segue la situazione delle comunità cristiane in Medio Oriente con grandissima preoccupazione".

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