Dieci minuti di colloquio telefonico, su richiesta di David Cameron. È durato poco il confronto con il premier spagnolo Mariano Rajoy. Una chiacchierata dai toni «decisi», in cui Londra e Madrid hanno ribadito le loro inflessibili posizioni sulla crisi di Gibilterra. La tensione sull’enclave non cala. Al contrario: continua a salire, come le temperature di questa torrida estate. Cameron ha avvertito l’omologo iberico del «reale rischio» di un deterioramento delle relazioni fra i due soci europei. Per Rajoy alcune misure della Rocca sono «inaccettabili». La battaglia dei pescherecci potrebbe degenerare realmente in un conflitto diplomatico nel cuore del Mediterraneo? Su una sola cosa l’inquilino di Downing Street e quello della Moncloa sono in accordo: bisogna trovare una soluzione per disinnescare «immediatamente» le frizioni. Un eventuale negoziato verrà affidato ai rispettivi ministri degli Esteri.L’escalation è iniziata due settimane fa, quando Gibilterra ha sistemato in mare enormi blocchi di cemento per creare una barriera artificiale per i pesci. La Spagna ha protestato per ragioni ambientali e perché i 300 pescatori della baia di Algeciras non riescono più a lavorare. Madrid ha risposto con un inasprimento senza precedenti dei controlli alla frontiera con Gibilterra, provocando lunghe code e attese di ore. Ogni giorno verso e dall’enclave c’è un traffico di 30mila persone: molti turisti, ma anche 10mila lavoratori spagnoli. Il giro di vite serve a frenare il contrabbando, giustifica Madrid. Ma l’affronto più duro, agli occhi di Londra e degli abitanti di Gibilterra, è stato l’annuncio del governo di Rajoy, pronto a creare una nuova tassa di 50 euro per ogni entrata o uscita dalla Rocca. «Minacce» proprie della Corea del Nord o dei tempi del franchismo, ha detto il primo ministro di Gibilterra, Fabian Picardo, che accusa la Spagna di atteggiamenti «disumani» e promette di ricorrere a Strasburgo. La Commissione Ue vorrebbe inviare in autunno una missione di esperti per controllare le operazioni al confine. Resta un dubbio. C’è chi pensa che la tensione sia una “distrazione” spagnola per deviare l’attenzione pubblica dalla gravissima crisi economica e dallo scandalo che ha travolto il Partito popolare di Rajoy. Un fronte esterno molto “caliente” per far dimenticare i guai di casa.