Con una schiacciante maggioranza, 335 sì e un no, l'Assemblea nazionale francese ha approvato in prima lettura il divieto del velo integrale in pubblico. A favore ha votato in blocco la destra, mentre la quasi totalità dell'opposizione di centro-sinistra ha rifiutato di partecipare al voto. Adesso il presidente Nicolas Sarkozy punta a far passare la normativa anche in Senato senza modifiche a settembre, il che secondo un pò tutti gli osservatori dovrebbe effettivamente accadere. La normativa prevede multa di 150 euro e/o l'obbligo di corso di educazione civica per le donne che portino il velo integrale in pubblico. Inoltre è prevista una multa di 30mila euro di multa per gli uomini che obblighino donne a indossare l'indumento. La sanzione può salire a 60mila euro se le vittime dell'imposizione sono minorenni.Non mancano problemi, però, soprattutto dal punto di vista giuridico. Sono in molti a dubitare che questa legge possa superare il vaglio della Consiglio Costituzionale (l'organismo che veglia sulla congruità delle legge con la Costituzione). Del resto, in un parere non vincolante, il Consiglio di Stato (la più alta corte amministrativa del paese) ha espresso forti riserve sul divieto generalizzato, raccomandando di limitarlo solo ad alcuni luoghi pubblici (amministrazione, trasporti, negozi). Non a caso il capogruppo della stessa Ump, il partito di Sarkozy, Jean-Francois Copè, ha avvertito di voler egli stesso rivolgersi al Consiglio Costituzionale per verificare che la normativa sia conforme alla carta fondamentale francese.La Francia, che conta la più grande comunità musulmana d'Europa (tra i 5 e i 6 milioni di persone), punta a un divieto generale del burqa e del niqab in tutto lo spazio pubblico, incluse strade e piazze.