L’estremo Ponente ligure vive una situazione di profondo disagio con circa 1.200 tunisini che vi si sono riservati per entrare in Francia, venendo però respinti dalla gendarmeria oltralpe. Per far fronte alla situazione il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha annunciato un imminente incontro con il collega francese. Maroni ha definito «surreale» quanto accade a Ventimiglia. «Siamo in area Schengen e si ripristinano le barriere...», ha commentato. Mentre di «grave mancanza di solidarietà da parte della Francia e totale assenza dell’Ue», ha parlato il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Per superare l’emergenza a Ventimiglia, il sottosegretario all’Economia, Sonia Viale, ha annunciato che verrà allestito un centro accoglienza temporaneo nell’ex parco merci delle Ferrovie, già caserma dei pompieri. A credere che la situazione peggiorerà è il sindaco, Gaetano Scullino, che teme ulteriori massicci arrivi: «Ventimiglia è un tappo, vogliono andare in Francia, ma vengono respinti e la città non può sopportare una cosa del genere. Sta diventando un problema di ordine pubblico. Sporcano, dormono nelle aiuole o nei giardini. La situazione è insostenibile. Dopo tre giorni fermi qui diventano nervosi e non sono più controllabili ». Oggi il vescovo di Ventimiglia- Sanremo, Alberto Ma- ria Careggio, farà un sopralluogo nella città di confine per verificare la situazione. «Il problema è molto serio – dice Careggio –. Abbiamo dato la disponibilità ad aiutare i profughi per altre situazioni, lo faremo anche ora. Aspettiamo indicazioni dalla Caritas mentre cerchiamo di aiutare chi ha bisogno attraverso il centro di ascolto e distribuendo viveri». Per monsignor Careggio non si può «certo applaudire a queste chiusure dei confini perché si ledono diritti umani che superano qualunque legge, ma ci vuole anche attenzione perché non approfittino della situazione i malintenzionati. «Occorre – ha proseguito il presule – considerarli nella realtà tragica che vivono. Non si può lasciare che vaghino come anime in pena, come vediamo che l’Europa sta facendo. Il principio che deve valere è quello della sussidiarietà ». Intanto la Caritas sta mettendo il massimo impegno nell’assistere gli stranieri. «Alle nostre strutture – dice Maurizio Marmo, direttore della locale Caritas – ne arrivano una cinquantina al giorno. Chiedono cibo ma riusciamo anche a fargli fare una doccia». Marmo annuncia che oggi ci sarà un incontro con gli operatori: «Vogliamo dare assistenza con beni di prima necessità, farli dormire e lavare in modo dignitoso». «Non è ancora grave emergenza ma lo può diventare se non si interviene», spiega Enrica Nasi, del centro ascolto e accoglienza di Ventimiglia. «I tunisini vogliono andare in Francia dove hanno parenti – dice – sono giovani e ieri abbiamo curato alcuni di loro, febbricitanti, nel nostro ambulatorio, con medici volontari. Sono tranquilli ma la città saltuariamente ha vissuto queste situazioni. In passato ci sono stati curdi, cossovari, afghani, iracheni. La gente del posto cerca di darci una mano». E la Polizia ha salvato la vita a quattro tunisini che stavano soffocando nel bagagliaio dell’auto di un 'passeur' (arrestato) per raggiungere la Francia da Ventimiglia. Controlli al confine Italia-Francia