giovedì 31 marzo 2011
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L’estremo Ponente ligure vi­ve una situazione di profon­do disagio con circa 1.200 tunisini che vi si sono riservati per entrare in Francia, venendo però re­spinti dalla gendarmeria oltralpe. Per far fronte alla situazione il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha an­nunciato un imminente incontro con il collega francese. Maroni ha de­finito «surreale» quanto accade a Ventimiglia. «Siamo in area Schen­gen e si ripristinano le barriere...», ha commentato. Mentre di «grave mancanza di solida­rietà da parte della Francia e totale assenza dell’Ue», ha parlato il ministro degli E­steri, Franco Frattini. Per superare l’emergenza a Ventimiglia, il sottosegre­tario all’Economia, Sonia Viale, ha annunciato che verrà allestito un centro ac­coglienza temporaneo nel­l’ex parco merci delle Fer­rovie, già caserma dei pom­pieri. A credere che la si­tuazione peggiorerà è il sin­daco, Gaetano Scullino, che teme ulteriori massicci ar­rivi: «Ventimiglia è un tap­po, vogliono andare in Francia, ma vengono re­spinti e la città non può sopportare una cosa del ge­nere. Sta diventando un problema di ordine pub­blico. Sporcano, dormono nelle aiuole o nei giardini. La situazione è insosteni­bile. Dopo tre giorni fermi qui diventano nervosi e non sono più controllabi­li ». Oggi il vescovo di Ventimi­glia- Sanremo, Alberto Ma- ria Careggio, farà un sopralluogo nel­la città di confine per verificare la si­tuazione. «Il problema è molto serio – dice Careggio –. Abbiamo dato la disponibilità ad aiutare i profughi per altre situazioni, lo faremo anche o­ra. Aspettiamo indicazioni dalla Ca­ritas mentre cerchiamo di aiutare chi ha bisogno attraverso il centro di a­scolto e distribuendo viveri». Per monsignor Careggio non si può «cer­to applaudire a queste chiusure dei confini perché si ledono diritti uma­ni che superano qualunque legge, ma ci vuole anche attenzione per­ché non approfittino della situazio­ne i malintenzionati. «Occorre – ha proseguito il presule – considerarli nella realtà tragica che vivono. Non si può lasciare che vaghino come a­nime in pena, come vediamo che l’Europa sta facendo. Il principio che deve valere è quello della sussidia­rietà ». Intanto la Caritas sta mettendo il massimo impegno nell’assistere gli stranieri. «Alle nostre strutture – di­ce Maurizio Marmo, direttore della locale Caritas – ne arrivano una cin­quantina al giorno. Chiedono cibo ma riusciamo anche a far­gli fare una doccia». Mar­mo annuncia che oggi ci sarà un incontro con gli o­peratori: «Vogliamo dare assistenza con beni di pri­ma necessità, farli dormire e lavare in modo dignito­so». «Non è ancora grave e­mergenza ma lo può di­ventare se non si intervie­ne», spiega Enrica Nasi, del centro ascolto e accoglien­za di Ventimiglia. «I tunisi­ni vogliono andare in Fran­cia dove hanno parenti – di­ce – sono giovani e ieri ab­biamo curato alcuni di lo­ro, febbricitanti, nel nostro ambulatorio, con medici volontari. Sono tranquilli ma la città saltuariamente ha vissuto queste situazio­ni. In passato ci sono stati curdi, cossovari, afghani, i­racheni. La gente del posto cerca di darci una mano». E la Polizia ha salvato la vi­ta a quattro tunisini che stavano soffocando nel ba­gagliaio dell’auto di un 'passeur' (arrestato) per raggiungere la Francia da Ventimiglia. Controlli al confine Italia-Francia
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