martedì 23 giugno 2009
Espulsi due funzionari britannici. Gordon Brown: «Mossa ingiustificata, faremo altrettanto». Il presidente Usa: «Testimoniamo il coraggio del popolo iraniano».
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Gli Stati Uniti sono «spaventati e indignati» dalla violenza e dalle minacce che hanno seguito le elezioni in Iran, ma non interferiscono nella questione, limitandosi a «testimoniare» il coraggio del popolo iraniano. È Barack Obama a mettere in chiaro la posizione di Washington di fronte ai fatti di Teheran e a sottolineare con forza che l'accusa che dietro le proteste ci sia l'istigazione degli Usa è «palesemente falsa e assurda».L'Iran, ha aggiunto il presidente statunitense durante una conferenza stampa a Washington, deve tener conto della volontà del popolo se vuole conquistare il rispetto della comunità internazionale. La «consunta strategia» di usare altri Paese come capri espiatori, ha detto ancora, "non funziona più".Sulla legittimità del voto in Iran gravano «grossi interrogativi» ha aggiunto Obama che ha poi detto che prima di decidere come procedere nei colloqui con Teheran bisognerà attendere l'evolvere delle manifestazioni di piazza.Inghilterra scoppia la "guerra" diplomaticaTra Iran e Gran Bretagna scoppia una «guerra» diplomatica. L'Iran ha espulso due diplomatici britannici, e Londra ha risposto espellendo due diplomatici iraniani. Lo ha dichiarato ai Comuni il premier Gordon Brown, affermando che la mossa iraniana è stata «ingiustificata», sostenuta da accuse «completamente prive di fondamento». Intanto, la Francia ha convocatol'ambasciatore dell'Iran a Parigi per esprimere la sua «forte preoccupazione di fronte all'evoluzione degli avvenimenti in Iran». Lo ha annunciato ai giornalisti il viceportavoce del ministero degli esteri, Frederic Desagneaux.
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