Niente ha potuto fermarli. Né la delusione per la recente promulgazione della legge Taubira sulle nozze e adozioni gay, di cui adesso chiedono l’abrogazione. Né il trattamento spesso ai limiti dell’ingiuria riservato loro da certi esponenti della maggioranza di sinistra e dai media filogovernativi d’Oltralpe. Né i toni allarmistici e gli inviti a «non correre rischi» da parte dell’esecutivo guidato dal presidente François Hollande. Com’era già avvenuto in particolare il 13 gennaio e il 24 marzo, ancora una volta, domenica, Parigi è stata invasa da un impressionante fiume umano pacifico guidato dal collettivo associativo della Manif pour tous, già pronto a dare battaglia anche nei prossimi mesi, sia pure «in forme nuove», per difendere la famiglia naturale come cellula fondamentale della società.La Manif ha avanzato la stima di «oltre un milione di manifestanti» nei tre distinti cortei confluiti nella vastissima Esplanade des Invalides, presto colma di bandiere rosa e blu. Come in passato, si tratta di un calcolo affidato a un collegio di esperti coordinato dal generale Bruno Dary, fino all’anno scorso governatore militare di Parigi e organizzatore delle parate del 14 luglio sugli Champs Elysées. Come Dary ha chiarito più volte, la stima è data dalla convergenza di quattro diversi metodi matematici di calcolo: flusso totale, flusso orario, superficie occupata, raccolta media pro capite delle collette. Quest’ultimo dato è a disposizione solo degli organizzatori, i quali ancora una volta si sono avvalsi pure di squadre appositamente dedite al conteggio manuale dei partecipanti. Dal canto loro, le forze dell’ordine, con una tempistica anticipata molto sospetta e senza temere il “ridicolo” presto denunciato dagli organizzatori ma anche da vari osservatori indipendenti, hanno contato «150 mila persone». Ancor meglio di qualsiasi dichiarazione, i bambini e passeggini presenti a migliaia hanno dimostrato il carattere familiare e pacifico dell’evento. Fra gli slogan scanditi dalla folla in un’atmosfera gioviale, hanno dominato quelli determinati ma per nulla aggressivi già visti in passato, come: «Un papà e una mamma, è elementare». La stessa Manif aveva preso la precauzione di tenere a distanza l’Institut Civitas, associazione radicale nazionalista che ha sfilato parallelamente nei dintorni dell’Opera Garnier. Ma nonostante le numerose richieste formali rivolte alla polizia dalla Manif per assicurare al meglio la sicurezza dei cortei, diversi gruppuscoli di facinorosi hanno eluso la sorveglianza del pur imponente schieramento di forze dell’ordine, ovvero circa 4.500 agenti. Questi gruppi isolati, a manifestazione conclusa già da un pezzo, hanno occupato in serata l’Esplanade, con conseguenti scontri con la polizia fino a tarda serata e oltre 300 arresti.Come il
Figaro metteva ieri in evidenza, la Francia ha visto nascere in questi mesi un’autentica «Generazione della Manif pour tous», attraverso i volti di una gioventù che «ha scoperto le virtù dell’azione civica, la grandezza dell’impegno politico quando non si riassume a una battaglia per delle circoscrizioni elettorali». Una generazione che ha spazzato di colpo con il suo entusiasmo lo stereotipo del «disimpegno della generazione X» spesso denunciato negli ultimi anni. Domenica, tanti di questi giovani erano fieri di aver dato vita a un indimenticabile «Maggio 2013», con riferimento talora critico verso la svolta del Sessantotto, e a uno «scossone di speranza» per il futuro della Francia. Questa generazione sembra vaccinata contro le stesse logiche di partito che hanno innescato ieri l’ennesima girandola di accuse incrociate fra i neogollisti, determinati nel denunciare le “intimidazioni” della maggioranza verso i manifestanti, e i socialisti, concentrati nell’opera di enfatizzazione dei disordini serali.Per Ludovine de la Rochère, presidente della Manif, il movimento continuerà a perseguire «tre missioni»: oltre all’«abolizione» della legge Taubira, anche il «sostegno» verso quanti difenderanno pubblicamente la famiglia naturale, così come la lotta per «far riconoscere la realtà dell’essere umano uomo e donna e per difendere i più deboli».Davanti ai manifestanti, ha parlato come invitata pure Eugenia Roccella, vicepresidente della Commissione Affari sociali alla Camera: «Sono qui con voi perché penso che dobbiamo costruire una rete europea per difendere l’ecologia umana, dobbiamo lottare insieme e organizzare un movimento comune».