sabato 14 novembre 2009
Lunedì inizia a Roma il Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare con l'assenza dei capi di governo dei Paesi occidentali. Il direttore generale della Fao Jacques Diouf inizia uno sciopero della fame per sollecitare un'azione immediata. Domani pre-vertice in rosa guidato dalla first lady egiziana Suzanne Mubarak.
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Uno sciopero della fame per dire al mondo che ogni 6 secondi muore un bambino e che l'emergenzatocca oltre un miliardo di persone. A due giorni dal Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare, che si apre lunedì a Roma, il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, ha deciso di sollecitare così, con un gesto fortemente simbolico al quale aderiscono anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ed il sindaco di Roma Gianni Alemanno, un'azione immediata "per porre fine alla vergogna della fame".Secondo Diouf, ci sono "i mezzi tecnici e le risorse per eliminare la fame dal mondo, adesso è solo una questione di volontà politica, e la volontà politica è influenzata dall'opinione pubblica".I mezzi, probabilmente, ci sono. Quanto alla volontà politica, è un'altra cosa. Almeno a giudicare dal fatto che il summit sarà disertato praticamente da tutti i leader del mondo ricco. Stanno già arrivando a Roma invece, e lunedì saranno al completo, i capi di Stato e di governo dei Paesi variamente definiti poveri, emergenti, in via di sviluppo. Coloro che chiedono aiuto, insomma. Coloro che sperano di ottenere - in tempi e modi tutti da definire - almeno una parte delle risorse necessarie che, tra l'altro, lo stesso Diouf ha valutato in 44 miliardi di dollari per sostenere i piccoli produttori. Coloro che vorrebbero vedere qualcuno di quei 20 miliardi di dollari per la sicurezza alimentare che i Grandi del mondo si sono impegnati a mobilitare al G8 dell'Aquila.Stasera arriva a Ciampino il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, alle prese anche con il caso Battisti di cui potrebbe discutere lunedì con il premier Silvio Berlusconi nell'incontro previsto a Palazzo Chigi. È già arrivato, invece, di buon mattino, il contestatissimo presidente dello Zimbabwe, Robert Gabriel Mugabe, la cui credibilità in quasi trent'anni di potere è precipitata, oltre che sui diritti umani, sui ripetuti e fallimentari tentativi di riforme agrarie. Entro questa sera saranno una trentina ledelegazioni che raggiungeranno la capitale, per la maggior parte provenienti da Paesi arabi e africani.Domani, pre vertice in rosa. Alla Fao si riuniranno un gruppo di esponenti dei Paesi non allineati guidate dalla first lady egiziana, Suzanne Mubarak, per fare il punto e sollecitare un maggiore accesso delle donne alle risorse produttive.  Intanto si aspetta lunedì.  E tutti sperano di non rivivere le spaccature e i disaccordi che caratterizzarono il vertice del giugno 2008, con il blocco latino americano su posizioninettamente divergenti da quelle degli Stati Uniti, l'Africa fortemente critica e un documento finale con tante dichiarazioni di principio e poca concretezza.
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