L'Etiopia è di nuovo nella morsa della siccità. La peggiore degli ultimi 30 anni.
Il verificarsi del fenomeno de El Niño nella sua forma più intensa degli ultimi decenni ha portato alla perdita di diversi raccolti, decimato il bestiame e trascinato circa 10,2 milioni di etiopi nell'insicurezza alimentare.
Lo ha affermato oggi la
Fao, presentando il
piano d'intervento d'emergenza da 50 milioni di dollari per proteggere gli allevamenti e ristabilire la produzione agricola nel Paese del Corno d'Africa.
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Le prospettive per il 2016 sono molto negative - afferma Amadou
Allahoury, rappresentante della Fao in Etiopia - Dopo la perdita di
due raccolti consecutivi, il buon esito del raccolto della stagione
che inizia ora sarà fondamentale per evitare l'ulteriore peggioramento
della situazione".
"Il persistere della siccità nel 2016 colpisce anche il bestiame e di
rimando gli allevatori la cui sicurezza alimentare dipende dalla
disponibilità di pascoli e punti di abbeveramento per il bestiame -
continua Allahoury - La disponibilità di cibo in generale ne risentirà
se i prezzi continueranno a salire, le scorte a impoverirsi e il
bestiame continuerà a indebolirsi, diventare meno produttivo e
morire".
Il fenomeno de El Niño è legato al riscaldamento anomalo
delle acque superficiali in alcune zone dell'oceano Pacifico che ha
effetti molto profondi sulle condizioni meteorologiche e climatiche
mondiali, portando riduzione delle precipitazioni e siccità in alcune
regioni del mondo e inondazioni in altre.
A causa de El Niño
la
produzione agricola in Etiopia è crollata dal 50 al 90% in alcune
regioni e fallita completamente nelle zone orientali del Paese. La
siccità ha inoltre causato la
perdita di centinaia di migliaia di capi
di bestiame.
Secondo l'ultimo rapporto, l'accesso a pascoli e a fonti d'acqua
continuerà a diminuire fino all'inizio della prossima stagione delle
piogge a marzo. Come conseguenza, avvisano gli esperti, il bestiame
continuerà a perdere peso, ad ammalarsi, a produrre meno latte e molti
capi moriranno. Le riserve di raccolti sono praticamente esaurite,
lasciando i
contadini senza mezzi di produzione per la prossima
stagione di semina che inizia a gennaio.
Come conseguenza, i tassi di malnutrizione nel paese sono aumentati e
il numero di ricoveri di bambini per casi di
malnutrizione acuta sono
al livello più alto mai registrato.
Il piano della Fao punta ad assistere 1,8 milioni
di contadini e allevatori nel 2016 per ridurre le deficienze
alimentari e ripristinare la produzione agricola e le fonti di
reddito. La prima fase, da 50 milioni di dollari, si concerterà sulla
stagione meher tra gennaio e giugno, per assistere 131.500 famiglie a
seminare con la distribuzione di semi, progetti di irrigazione su
piccola scala, sostegno alla creazione di orti domestici a vantaggio
di gruppi di donne, fornendo loro strumenti, conoscenze e accesso a
micro credito.
Per questo motivo la Fao sta anche lavorando per rimettere in piedi i
mercati locali di sementi, aiutando 10.000 produttori a fornire semi
di alta qualità. Circa 293.000 famiglie beneficeranno di progetti
mirati all'allevamento, che comprendono la distribuzione d'emergenza
di mangimi animali, vaccini per proteggere 3 milioni di capi, e la
fornitura di 100.000 pecore e capre ai più vulnerabili.
Saranno anche implementati progetti di rimborso agli
allevatori che porteranno al macello capi improduttivi. Un terzo punto
del piano è il rafforzamento dei mezzi di sussistenza di oltre 30.000
famiglie per migliorare la loro resilienza a futuri shock, per
migliorare le capacità di risparmio e accesso credito, scuole di
agricoltura, e altri metodi per aiutare le famiglie ad aumentare e a
diversificare le proprie forme di reddito.
"In Etiopia El Niño non rappresenta solamente una crisi alimentare, ma
una crisi dei mezzi di sussistenza. Noi dobbiamo intervenire a
sostegno di tali mezzi per evitare che le famiglie diventino
dipendenti di lungo corso dagli aiuti alimentari", afferma Dominique
Burgeon, leader del programma strategico della Fao per la Resilienza e
Direttore della Divisione Emergenze e Riabilitazione della Fao.
Per
affrontare il fenomeno de El Niño a livello globale, la Fao sta
implementando azioni di risposta in 20 paesi in Africa, America latina
e i Caraibi, nel Pacifico del Sud e in Etiopia. Altri 21 paesi vengono
monitorati costantemente.