Oltre 10mila profughi eritrei hanno attraversato l’Europa e sono arrivati dagli Usa per manifestare ieri a Ginevra, davanti alla sede dell’Onu nella giornata mondiale contro la tortura. I manifestanti hanno ricordato le recenti condanne per violazione dei diritti umani del regime guidato da Isaias Afewerki e contenute nell’ultimo report del Palazzo di Vetro. Dall’Eritrea fuggono ogni mese dalla dittatura, che obbliga i giovani fin dall’adolescenza al servizio militare a vita, circa 5000 persone. Molte di loro si dirigono via mare verso l’Italia e da qui in nord Europa. Il piccolo Paese del Corno d’Africa è inoltre agli ultimi posti nelle classifiche di sviluppo. Due settimane fa c’è stato un tentativo di colpo di stato da parte di una brigata dell’aeronautica, represso da Afewerki al seguito del quale sono stati arrestati 24 alti ufficiali e funzionari pubblici ufficialmente perché hanno mancato gli obiettivi di sviluppo economico e di lotta al traffico di esseri umani cui erano stati assegnati. Secondo il quotidiano britannico Guardian alcuni stati europei, tra cui l’Italia, starebbero trattando con l’Asmara per ottenere la chiusura delle frontiere in cambio di aiuti economici. La manifestazione di ieri è stata preceduta da una analoga manifestazione a Tel Aviv e nei campi profughi in Etiopia.