I risultati non arriveranno prima del fine settimana. Un primo traguardo, però, Haiti l’ha comunque raggiunto: la nazione più povera dell’emisfero occidentale è riuscita almeno a votare. Domenica, dopo quattro anni di attesa e uno e mezzo di rinvii, si sono svolte le consultazioni per il rinnovo del Parlamento, fermo ormai da otto mesi. I cittadini sono stati chiamati a scegliere i 118 deputati, i due terzi del totale, e 20 senatori che formeranno la nuova Assemblea, oltre a 140 sindaci e 1.140 consiglieri. Le operazioni di voto sono state segnate da violenze, ritardi e bassa affluenza. Almeno due persone sono morte negli incidenti, in 56 sono stati arrestati per aggressioni ai seggi. E 26 postazioni sono state chiuse a causa degli incidenti. Il presidente Michel Martelly ha cercato di minimizzare. “Si è trattato di casi isolati”, ha detto. Anche il capo degli osservatori Ue, Elena Valenciano, ha definito l’esito “positivo” nonostante i problemi. Il 25 ottobre, il Paese dovrà tornare al voto per scegliere il nuovo capo di Stato. Nella stessa giornata si svolgerà il secondo turno delle legislative.
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