Il Consiglio dei ministri egiziano ha pubblicato un comunicato sull'episodio nel quale si afferma che "fuorilegge e agitatori avevano impedito al premier di fare un sopralluogo a piazza Tahrir questa mattina all'alba, quando sulla piazza non c'erano né rivoluzionari né forze politiche". "Il premier ha evitato che ci fosse una scontro con le forze di sicurezza temendo per l'incolumità dei cittadini", afferma il comunicato, nel quale si sostiene che "l'incidente dà un'immagine chiara delle persone che stanno occupando la piazza e getta una grande responsabilità su coloro che hanno fatto la rivoluzione". "Di questo passo diventa inaccettabile permettere a queste persone di rimanere sulla piazza e di sfruttare la grande rivoluzione e appelli politici che in apparenza sono giusti ma che in realtà celano menzogne", conclude la nota, affermando che "questo è un passaggio storico e ciascuno deve assumersi le sue responsabilità e perseguire altre vie compatibili con i nuovi valori della rivoluzione".PRESIDENZA: SHOCK PER VIDEO,TRATTAMENTO INUMANOLa presidenza egiziana è "scioccata e addolorata" per il video che mostra "un trattamento dei manifestanti da parte degli agenti contrario al rispetto della dignità e dei diritti dell'uomo". Lo afferma un comunicato della presidenza egiziana. La presidenza, si legge nel comunicato, accoglie con favore l'atteggiamento del ministero dell'Interno che "ha confermato che è un atto individuale che non ha nulla a che fare con le direttive degli ufficiali, che un'inchiesta sarà aperta e nessun errore sarà passato sotto silenzio". "Non è possibile giustificare aggressioni a edifici pubblici, usando la violenza invece della pacifica espressione", precisa la nota, indicando che la presidenza attende l'esito delle inchieste "in piena trasparenza".DISORDINI IN PIAZZAMigliaia di persone sono tornate in piazza oggi in Egitto (da Alessandria a Il Cairo) per chiedere al presidente Mohamed Morsi di formare un governo di unità nazionale, dopo le violenze che la scorsa settimana hanno fatto numerose vittime. Al Cairo, una forte pioggia non ha fermato migliaia di persone che hanno sfilato verso Piazza Tahrir, scandendo slogan come «Abbasso i Fratelli Musulmani». Altri si sono radunati nei pressi del palazzo presidenziale, verso il quale sono stati lanciati alcuni ordigni incendiari, che hanno provocato un piccolo rogo nel giardino dell'edificio. Le forze di sicurezza hanno usato gli idranti per disperdere la folla. Secondo il quotidiano al-Ahram, diverse persone sono rimaste ferite a piazza Simon Bolivar, nei pressi dell'ambasciata degli Stati Uniti. I feriti sarebbero stati raggiunti da cartucce sparate da ignoti. Nella zona si sono registrati anche scontri tra manifestanti e forze di sicurezza, con lancio di sassi da parte dei civili contro gli agenti. La marcia più imponente si è svolta a Port Said, dove i manifestanti scandivano slogan come «Il popolo vuole abbattere il regime» e «Abbasso il governo della Guida Suprema», in riferimento alla leadership del gruppo dei Fratelli Musulmani, da cui proviene Morsi. Proprio a Port Said, esattamente un anno fa, scontri violenti nello stadio di calcio fecero 74 vittime. I manifestanti scesi in piazza oggi contestavano la natura "politica" della strage.Migliaia in piazza anche ad Alessandria, dove i manifestanti hanno marciato verso il centro della città tra ingenti misure di sicurezza, soprattutto intorno ai palazzi governativi. A Suez, i manifestanti hanno sfilato portando finte bare, per commemorare le vittime delle violenze dei giorni scorsi. «Abbiamo abbattuto il regime di Hosni Mubarak con una rivoluzione pacifica - ha detto Mohamed ElBaradei, leader del Fronte di salvezza nazionale, promotore delle manifestazioni di oggi - e insistiamo a perseguire il nostro obiettivo nello stesso modo, a prescindere dai sacrifici che questo richiederà e da quanto sarà dura l'oppressione».Le proteste di oggi arrivano dopo che i leader dei principali partiti egiziani di maggioranza e di opposzione hanno accettato l'invito di Ahmed al-Tayeb, grande imam di al-Azhar, a rinunciare alla violenza e a impegnarsi per mettere fine alla crisi divampata nei gioni scorsi. Le proteste sono cominciate lo scorso 25 gennaio, in occasione del secondo anniversario della rivoluzione contro Mubarak e hanno fatto una sessantina di vittime in tutto il paese.La presidenza fa appello a tutte le forze politiche nazionali a «condannare immediatamente quanto sta avvenendo a Ittahadeya» (dove si trova il palazzo presidenziale ndr), si legge nei messaggi nei quali lapresidenza "attribuisce la responsabilità di questi atti alle forze politiche che avrebbero incitato alla violenza,nell'attesa dei risultati delle inchieste che ne individueranno gli autori».Sempre su Twitter anche i Fratelli musulmani fanno appello alle opposizioni a ritirarsi dalla zona del palazzopresidenziale, data la comparsa «di agitatori e e sabotatori che hanno tentato di incendiare il palazzo lanciando bombe molotov». «Il tempo stringe e le manifestazioni non sono più pacifiche. Non è tempo di denunce ma di un'azione sul terreno per non dare una copertura politica a questi atti di violenze», si legge nei messaggi, con i quali la confraternita rende noto che i suoi sostenitori non si recheranno a palazzo presidenziale «per cacciare i manifestanti come sostengono voci che girano».