venerdì 28 giugno 2013
Clima di tensione in vista della grande manifestazione al Cairo, domenica, per chiedere le dimissioni del presidente. Gli oppositori sostengono di aver raccolto 22 milioni di firme. E gli Usa mobilitano la base miliatre di Sigonella. Tra le vittime un cittadino americano e un 14enne.
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È di sette morti e di 616 feriti il bilancio complessivo, secondo il ministero della Sanità egiziano, degli scontri fra sostenitori e oppositori del presidente egiziano Mohamed Morsi dall'inizio delle violenze mercoledì e che hanno infuocato particolarmente i governatorati del Delta a nord del Cairo. Tra le vittime di ieri un 14enne egiziano e giovane insegnante Usa ad Alessandria. In seguito a questo incidente il Dipartimento di Stato ha autorizzato lo staff non essenziale e le loro famiglie a lasciare il Paese e ha messo in guardia i cittadini americani a non andare in Egitto se non per viaggi assolutamente necessari. In mattinata una quarantina di persone dello staff della sede diplomatica di Washington si è imbarcata al Cairo su un volo per Francoforte. La situazione rimane di tensione. Il Cairo si prepara alla grande manifestazione di domenica per chiedere le dimissioni di Morsi proprio nell'anniversario del suo insediamento. Cresce il numero di tende issate davanti al palazzo presidenziale di Ittahadeya, dove domani confluiranno sette grandi marce organizzate dal movimento Tamarod (Ribelli), che da oltre un mese raccoglie firme per chiedere le dimissioni di Morsi e nuove elezioni. Oltre 22 milioni di persone hanno firmato la petizione. Il bilancio di firme è più alto del numero di personeche, alle elezioni presidenziali dello scorso anno, votarono per Morsi: 13,23 milioni, pari al 51,7% dei votanti. L'ultimo bilancio di firme alla petizione fornito da Tamarod parlava di 15 milioni di persone. I sostenitori di Morsi però liquidano come inutile la petizione, sostenendo che solo le elezioni possono decidere la guida di un Paese: e il mandato di Morsi scade alla fine del 2016. Cinque volontari italiani della Onlus di Genova Music for Peace sono bloccati ad Alessandria. Partiti alcuni giorni fa da Genova, sono diretti a Gaza, con sei container di aiuti umanitari destinati alla popolazione della Striscia. Container, spiega la Onlus in una nota, attualmente impossibilitati ad uscire dal porto di Alessandria. Il consolato italiano ad Alessandria, secondo quanto si apprende dalla Farnesina, è in contatto con loro.OBAMA PREOCCUPATO: SERVE DIALOGO, STOP A VIOLENZA Il presidente Usa Barack Obama guarda con "preoccupazione" al caos che si è creato in Egitto e si è appellato al presidente Morsi e all'opposizione a intavolare "colloqui costruttivi" rinunciando alla violenza. Ieri un giovane americano è stato ucciso ad Alessandria negli scontri e oggi decine di diplomatici Usa sono stati autorizzati dal Dipartimento di Stato a lasciare il Cairo in vista delle imponenti manifestazioni previste per domani per chiedere le dimissioni di Morsi.Una forza di pronto intervento composta di circa 200 marine Usa delle basi di Sigonella, in Sicilia, e di Moron, in Spagna, è stata messi in allerta per proteggere le sedi e gli interessi americani in Egitto in vista delle grandi manifestazioni previste per domani. Lo riferisce la Cnn citando fonti dell'amministrazione americana.La misura riflette la grande preoccupazione di Washington per gli eventi di domani, espressa anche oggi dal presidente Barack Obama.IL PAPA COPTO TAWADROS: NO ALLA VIOLENZAIl papa copto Tawadros II ha chiesto agli egiziani di "esprimersi senza violenza". "L'Egitto oggi ha bisogno di ogni egiziano! Dobbiamo pensare, discutere ed esprimere il nostro desiderio per il Paese senza violenzae spargimenti di sangue. Pregate per l'Egitto", ha scritto Tawadros II sul suo account Twitter.

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