L'impressione al Cairo è che nessuno abbia interesse ad alzare il tiro, per evitare un intervento dell'esercito. Ciò comunque non ha impedito che stamattina presto un gruppetto di uomini mascherati attaccasse con molotov e armi da fuoco i manifestanti in presidio in piazza Tahrir, ferendo nove persone. A fomentare gli animi ulteriormente è sceso in campo anche il leader di al-Qaeda, l'ex pediatra egiziano Ayman al-Zawahiri: in un video di cui non è certa l'autenticità, ha esortato l'ex candidato alle presidenziali e predicatore salafita, Hazem Abu Ismail, a continuare con i propri seguaci la Rivoluzione fino a quando non dominerà la sharia, la legge coranica. L'ufficio delle relazioni esterne della presidenza egiziana ha smentito in una nota in inglese le «voci» secondo le quali il decreto sui poteri alle forze armate consenta che i civili arrestati vengano deferiti alle corti militari. Mentre il ministro della Difesa e comandante in capo delle forze armate egiziane, Abdel Fatah El Sisi, ha invitato tutte le componenti sociali, politici, artisti, giornalisti e sportivi, a un incontro domani per «un dialogo verso la soluzione alla crisi del Paese».
Alcuni manifestanti hanno scavalcato le barriere a difesa del Palazzo presidenziale, ma non ci sono stati scontri. Il quartier generale di Morsi: false le voci sui civili arrestati e deferiti alle corti militari.
Reportage: «Morsi l'insicuro: promette e non mantiene» di Claudio Monici
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