I due missionari colpiti dall'Ebola in Liberia, Kent Brantly e Nancy Wristebol, e
trattati all'Emory hospital di Atlanta, negli Stati Uniti, "sono guariti".
"I risultati di una serie di rigorose analisi e test condotti su di
loro hanno determinato che sono sani". Lo ha detto il direttore della divisione delle malattie infettive dell'Emory hospital in una conferenza stampa,
precisando che gli esami sono stati rivisti anche dagli specialisti.
C'è però prudenza sull'effettiva capacità del farmaco sperimentale di debellare la terribile malattia. "Non abbiamo idea se il
composto sperimentale usato sui pazienti abbia funzionato per la
loro guarigione", ha precisato lo stesso direttore, Bruce Ribner,
sottolineando di "non poter divulgare informazioni coperte dalla
privacy" sui trattamenti a cui Kent Brantly e Nancy Wristebol
sono stati sottoposti. E, rispondendo alle domande dei giornalisti, Ribner ha detto: "Cruciali nel risolvere l'infezione sono stati i trattamenti di
supporto forniti per combattere la febbre emorragica, ossia
l'idratazione, ventilazione, eccetera che l'ospedale ha potuto
provvedere ed invece sono carenti in Africa".
Kent Brantly, il medico americano
che aveva contratto l'Ebola mentre curava pazienti in Liberia,
sarà quindi dimesso dall'Emory University Hospital, l'ospedale di
Atlanta, in Georgia, dove è stato curato con lo ZMapp, un
farmaco sperimentale che sembra avere avuto un effetto benefico.
Come riporta l'emittente televisiva Nbc, Brantly versava in
condizioni disperate e questo ha convinto i medici a provare il
siero, che era stato fino a quel momento era stato sperimentato
solo sulle scimmie. Il virus ha finora ucciso 1.350 persone in
quattro Paesi africani colpiti dall'epidemia. A Brantly, sopravvissuto ad un virus che ha una mortalità
compresa tra il 60 e il 90% dei casi è stato somministrato un
vaccino sperimentale mentre era ancora in Liberia e una unità di
sangue proveniente da un quattordicenne sopravvissuto a Ebola. Alla stessa cura è
stata sottoposta anche Nancy Writebol, la missionaria
appartenente alla stessa organizzazione, rientrata negli Stati
Uniti dalla Liberia dove ha contratto la malattia, che però
risulta ancora ricoverata in isolamento.
Ma in Africa la gestione dell'emergenza non è adeguata
"L'epidemia di Ebola in Africa occidentale è un completo disastro e le agenzie di salute non hanno ancora raggiunto e compreso a pieno il loro scopo. Nessuno
ancora ha una reale misura della vastità di questa crisi". A
puntare il dito contro una gestione insufficiente dell'epidemia
di Ebola è Joanne Liu, presidente di Medici Senza Frontiere
(Msf), come riporta il New York Times.
"Non c'è una buona raccolta dei dati - continua - nè una
sorveglianza sufficiente". Con i suoi due centri di trattamento
in ognuno dei tre paesi più colpiti dall'infezione (Guinea,
Liberia e Sierra Leone), Msf è l'organizzazione che sta
trattando più pazienti di tutti. "L'Organizzazione mondiale
della sanità, i Centers for Disease Control and Prevention e gli
altri gruppi di aiuto - prosegue Liu - dovrebbero essere
maggiormente coinvolti nella prevenzione e sorveglianza,
tracciando i contatti delle persone malate. Inoltre servono più
persone sul campo".
L'epidemia ha portato ad una vasta crisi medica. In Liberia,
a Monrovia, il sistema sanitario è collassato, dal momento che
lavoratori e pazienti fuggono dagli ospedali per paura di Ebola.
Il risultato è che "malattie come malaria, polmonite e diarrea
- rileva Liu - stanno uccidendo bambini che altrimenti avrebbero
potuto essere salvati. Ho saputo dal mio staff che sei donne
incinta hanno perso i loro bambini perchè non hanno trovato un
reparto di maternità aperto. I miei colleghi sono sopraffatti.
In un centro erano in cinque a seguire 100 pazienti".
Il numero di volontari, inoltre, si sta esaurendo e anche se
i gruppi di Msf lavorano in zone di guerra, come Gaza, Iraq,
Siria e Ucraina, l'Africa Occidentale è l'area più difficile per
cui trovare personale. "Bisogna imparare a vivere con la paura
- conclude Liu - senza contare che il trattamento e gestione dei
pazienti con Ebola è molto faticosa. Serve una cura costante".