Tra gli eroi che hanno dato la vita per gli altri, in questo caso per curare i malati di Ebola, ci sono anche sei donne, sei donne eccezionali, coraggiose e generose,
missionarie delle Poverelle di Bergamo. Fecero tutto per amore dei più poveri, nei quali vedevano Cristo. Fino a dare la vita. Per loro il 25 gennaio 2014 si è chiuso il processo diocesano di beatificazione.
Riproponiamo un articolo di Giulio Albanese, pubblicato su Avvenire il 26 marzo 2005
Le sei suore che sfidarono ebola
«Avvolte tra i poveri», proprio come
raccomandava il Beato Luigi Maria Palazzolo, loro fondatore. Abituate a
combattere a servizio del Regno, sei coraggiose missionarie delle Poverelle
di Bergamo non abbandonarono la trincea della carità, sotto l'incubo della
terribile epidemia di Ebola che nel 1995 sconvolse la loro missione congolese.
Suor
Floralba Rondi, Suor
Clarangela Ghilardi, Suor
Danielangela Sorti,
Suor
Dinarosa Belle, Suor
Annelvira Ossoli e Suor
Vitarosa Zorza furono
falciate dalla febbre emorragica. Tutto cominciò quando, il 15 marzo di
quello stesso anno, un uomo tornò a casa febbricitante dopo una giornata
di lavoro nei pressi di un villaggio a poca distanza dalla cittadina di
Kikwit, nell'ex Zaire. Dieci giorni dopo morì, dissanguato da un male misterioso.
La stessa sorte toccò a suo figlio, a suo fratello e ad altri membri della
famiglia. Nel giro di poche settimane, l'ospedale di Kikwit si riempi di
moribondi. Suor Floralba fu la prima missionaria ad essere contagiata e
la prima a soccombere. Le consorelle raccontarono che si ammalò mentre
assisteva un paziente in gravi condizioni. La morte sopraggiunse il 25
aprile. Suor Vitarosa fu invece l'ultima a cadere tra le religiose.
Il diario della comunità ricorda che si prese cura delle consorelle contagiate
dal terribile virus e le raggiunse in cielo il 28 maggio, festa dell'Ascensione.
I medici capirono che la diffusione del virus era favorita dall'usanza
di toccare i morti durante i funerali. Perciò venne dato l'ordine di avvolgere
i cadaveri nella plastica. L'epidemia causò in tre mesi la fine di 244
persone. Tra le vittime, le sei eroiche missionarie che si erano prodigate
nell'assistenza pur consapevoli della pericolosità del morbo.
(di Giulio Albanese)