Le agenzie governative di sorveglianza non sono degli spioni che si divertono ad ascoltare ciò che dice io che fa la gente comune. È la tesi sostenuta da Iain Lobban, direttore della agenzia di sorveglianza britannica Gchq (nella foto), al centro dello scandalo Datagate, rispondendo alle domande dell'Intelligence and Security Committee (Isc), commissione del Parlamento di Westminster. "Non passiamo il nostro tempo ad
ascoltare le telefonate o a leggere le e-mail della gente
innocente. L'agenzia lavora con una certa segretezza ma
non viola la legge".