giovedì 7 novembre 2013
Iain Lobban, direttore della agenzia di sorveglianza britannica Gchq si è difeso davanti alla commissione del Parlamento di Westminster sull'Intelligence e la sicurezza.
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Le agenzie governative di sorveglianza non sono degli spioni che si divertono ad ascoltare ciò che dice io che fa la gente comune. È la tesi sostenuta da Iain Lobban, direttore della agenzia di sorveglianza britannica Gchq (nella foto), al centro dello scandalo Datagate, rispondendo alle domande dell'Intelligence and Security Committee (Isc), commissione del Parlamento di Westminster. "Non passiamo il nostro tempo ad ascoltare le telefonate o a leggere le e-mail della gente innocente. L'agenzia lavora con una certa segretezza ma non viola la legge".
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