Il governo sudanese ha condotto probabilmente almeno
30 attacchi chimici contro civili nella regione del Darfur quest'anno. La denuncia parte da
Amnesty International: il rapporto (
TESTO INTEGRALE in inglese) dell'organizzazione si basa su informazioni derivanti da
immagini satellitari e su
oltre 200 testimonianze. Circa
200-250 persone, la maggior parte bambini, sono morte a causa di attacchi con armi chimiche nella regione di Jebel Marra, nel Darfur, da gennaio.
L'organizzazione internazionale è inoltre arrivata alla conclusione che nella regione di Jebel Marra,
le forze sudanesi hanno perpetrato "stupri e uccisioni di massa".
"La portata e la brutalità di questi attacchi è difficile da tradurre in parole", ha commentato
Tirana Hassan, di Amnesty International. Le conclusioni del rapporto sono state presentate a due esperti indipendenti, che hanno entrambi concluso che esistono
elementi chiari a conferma dell'avvenuto uso di agenti chimici quali l'iprite.
"È inesatto" è stata la secca replica del portavoce dell'esercito del
Sudan, Ahmed Khalifa al-Shami.Dal
2003 il
Darfur è teatro di un conflitto tra la maggioranza nera della popolazione, composta da tribù stanziali, e la minoranza nomade originaria della Penisola arabica, maggioritaria invece nel resto del Sudan.
Ribelli sono insorti contro il governo di Khartum accusandolo di discriminare e abbandonare la popolazione del Darfur: in seguito alla
risposta armata del Sudan, vi sono stati
finora circa 300mila morti e due milioni di sfollati.A
gennaio, le forze sudanesi hanno lanciato una nuova offensiva contro le roccaforti dei ribelli guidati da Abdul Wahid,
nella zona di Jebel Marra dove ci sono stati pesanti bombardamenti che di fatto colpiscono la popolazione civile.