La riconquista di Palmira e dei suoi siti archeologici, dopo quasi un anno di occupazione del Daesh, restituisce al mondo gli orrori del Califfato: una fossa comune è stata scoperta dalle milizie fedeli a Bashar al-Assad in una zona settentrionale di Palmira liberata una settimana fa. L’agenzia governativa Sana, citando una fonte sul posto, afferma che per ora sono stati trovati nella fossa, nel quartiere Masakin al-Jahizia, 42 corpi, molti dei quali di donne o bambini. Nella fosse comune, che potrebbe contenere molti più corpi, alcuni dei cadaveri recuperati sarebbero decapitati o mostrerebbero evidenti segni di tortura. L’esercito di Damasco ipotizza che i cadaveri risalgano a un massacro commesso dal Daesh a maggio 2015, quando uccise oltre 400 persone. Gli stessi siti archeologici di Palmira sono stati utilizzati dal Daesh come luoghi di ripresa per i video di esecuzioni usate a fine di propaganda. Lo scorso luglio venne diffuso un video in cui 25 soldati siriani venivano uccisi, presumibilmente il 21 maggio, da un plotone di esecuzione di baby soldato di età compresa fra i 13 e 17 anni. Un video, poi diffuso a scopo di propaganda, girato nell’anfiteatro romano di Palmira, dichiarato da tempo dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Intanto sono ancora in corso le operazioni di sminamento della zona archeologica e in quella residenziale di Palmira. Le prime unità di sminatori russi sono arrivate venerdì in Siria per avviare la bonifica nelle infrastrutture e nei siti storici della città di Palmira. Il celebre sito archeologico della città siriana, in buona parte distrutto, necessita come prima cosa una profonda bonifica. «Prima di abbandonare la città il Daesh ha messo mine ed esplosivi al sito archeologico, ma anche nelle strade e nei palazzi sede delle istituzioni », ha spiegato il governatore della provincia di Homs Talal Barazi. «Ci sono ancora tante mine. Sono difficili da disinnescare per cui le stiamo brillando con la supervisione degli ingegneri», ha concluso Barazi. Secondo una prima stima si calcola che circa il 30 per cento del sito archeologico è stato distrutto dalla furia iconoclasta del Daesh. Infine ieri unità dell’artiglieria turca hanno sparato alcuni colpi contro postazioni del Daesh nel distretto di Azaz. Le operazioni nel pomeriggio erano ancora in corso. Infine il braccio siriano di al-Qaeda e altri insorti hanno strappato alle forze governative siriane un villaggio considerato strategico a sud di Aleppo dopo settimane di raid governativi. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, il gruppo del Fronte al Nusra è riuscito a prendere il controllo del villaggio di Tel el-Ais che si affaccia su un’importante arteria che collega Aleppo con Damasco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Militari siriani nell’area archeologica liberata di Palmira
(Ansa/Ap)