Il miglioramento dei rapporti
fra il governo e la gerarchia cattolica apre la via alla
costruzione di una nuova chiesa nel Paese: le prima dalla
Rivoluzione del 1959. Anzi, se non ci saranno intoppi, le chiese
autorizzate dal potere castrista potrebbero essere alla fine
anche due: dovrebbero sorgere a Pinar del Rio (ovest), ma
soprattutto nella città simbolo di Santiago de Cuba (est), culla
del popolare santuario di Nostra Signora della Carità del Cobre,
patrona dell'isola caraibica, la cui immagine fu incoronata e
benedetta da Giovanni Paolo II nello storico viaggio del 1998.
Ufficialmente, il vertice ecclesiastico mantiene un profilo
basso su queste iniziative. Interpellato dall'Ansa, monsignor
José Félix Pérez Riera, segretario aggiunto della Conferenza episcopale cubana, ha
detto: "Non abbiamo dati su questi progetti, in particolare
su quando potranno cominciare i lavori o su quali pratiche siano
ancora in itinere e quali siano state già approvate", ha
osservato con cautela, pur senza smentire i progressi.
Questa prudenza sembra dovuta al fatto che non tutti i
permessi previsti per dare concretamente il via ai progetti sono
al momento in tasca. Fausto Veloz, l'ingegnere responsabile del
progetto di Santiago di Cuba, ha detto alla Bbc che delle cinque
licenze necessarie per l'inizio dei lavori ne manca in effetti
solo uno. Ma nessuna voce ufficiale della Chiesa ha voluto per
ora confermare questa informazione.
Il progetto di Santiago de Cuba è il più importante poiché
la città è meta tradizionale di pellegrinaggi di cubani - mai
cessati neppure negli anni del comunismo di Stato e nelle fasi
di più intensa propaganda in favore dell'ateismo - sullo sfondo
della diffusa devozione popolare riservata alla Nostra Signora
del Cobre: lo stesso Ernest Hemingway, pur non essendo
cattolico, regalò alla Vergine la medaglia del suo Premio Nobel,
come omaggio e ringraziamento al popolo dell'isola, che aveva
ispirato il suo capolavoro letterario 'Il vecchio e il marè.
Per la chiesa di Santiago, si prevede fra l'altro di usare
come materiale di costruzione le 25 tonnellate di travi di
acciaio delle tribune erette per la visita alla città di
Benedetto XVI, nel 2012, la seconda di un papa nell'isola.
"
Riutilizzare questo metallo significa mantenere vivo il ricordo
di qualcosa di positivo per noi cattolici, dargli una vita nuova
per le future generazioni", ha spiegato Veloz.
Dionisio Garcia Ibanez, arcivescovo di Santiago de Cuba e
presidente della Conferenza episcopale cubana, aveva parlato per
primo di questo progetto a giugno, durante una visita negli Usa
in cui incoraggiò la collaborazione delle comunità cubane della
diaspora per costruire nuove chiese visto che varie aree della
sua diocesi non dispongono ormai più di luoghi di culto degni di
questo nome. Tanto meno dopo che l'uragano Sandy ha distrutto
nel 2102 la parrocchia di San Antonio Maria Claret.
Questi ultimi passi segnano d'altronde una nuova tappa nella
distensione fra il governo dei fratelli Castro e la Chiesa
cattolica, avviatasi lentamente dal 1992 con la riforma
costituzionale che ha ridefinito Cuba come "stato laico" e non
più ateo. Una modifica giunta a suggellare la fine dell'ostilità
dichiarata contro le istituzioni religiose: sfociata in passato
- soprattutto negli anni '60 - in persecuzioni, discriminazioni
e nel sequestro di decine di beni ecclesiastici.