mercoledì 30 giugno 2010
Inizia oggi, alla Grande Chambre della Corte per i diritti dell’uomo di Strasburgo, il riesame della sentenza che lo scorso novembre ha stabilito la rimozione della croce dalle aule delle scuole statali d’Italia. In campo la difesa del governo e di altri 10 Paesi membri del Consiglio d’Europa. Il verdetto entro un anno.

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Potrebbe essere quello dell’avvocato Nicolò Paoletti a sostegno del ricorso della cittadina italiana di origine filandese, Soile Lautsi, il primo degli interventi nel dibattimento della Grande Chambre della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che riesamina la sua sentenza del 3 novembre contro l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. Il risame si impone dopo il ricorso presentato dal nostro Paese il 28 gennaio scorso. Successivamente Nicola Lettieri in difesa del nostro governo. E a sostegno delle memorie presentate da dieci Paesi membri del Consiglio d’Europa ( interverrà il giurista statunitense Joseph Weiler, un ebreo osservante, noto per i suoi scritti in favore della inclusione delle «radici giudeo-cristiane» nella costituzione europea. Poi a sostegno di un documento di trentatre membri del Parlamento europeo, tra cui Carlo Casini, presidente della Commissione affari costituzionali della "Camera" della Ue, si pronuncerà un legale della Alliance Defense Fund (Adf) una organizzazione di legali statunitensi cristiani con filiali anche in altri Paesi molto attiva nelle battaglie per i diritti dell’uomo, la libertà religiosa e la difesa della vita. Le altre parti, organizzazioni non governative che sono intervenute nel dibattimento con la presentazione di documenti, come le Acli e l’European centre for law and justice Zentralkomitee des deutschen Katholiken, Semaines sociales de France e Associazioni cristiane lavoratori italiani, numerose a sostegno della posizione italiana, e qualcuna come l’Associazione nazionale del libero pensiero in accordo con le tesi della Lautsi.Nel corso di queste arringhe i giudici della Grande Chambre potrebbero chiedere dei chiarimenti ai vari intervenuti. In conclusione ci saranno dieci minuti di replica dell’avvocato della Lautsi e dell’agente del governo italiano.Comunque l’udienza non si concluderà con un verdetto. La Corte infatti ha già anticipato che saranno necessari da sei ai dodici mesi, prima che venga resa pubblica la decisione. In un recente caso tedesco sono trascorsi più di 14 mesi tra l’udienza in Grande Camera e la pubblicazione della sentenza finale. Come è noto la Corte è un organismo che fa parte del Consiglio d’Europa (Coe) a cui aderiscono 47 Paesi, e si fonda sulla Convenzione dei diritti dell’Uomo firmata a Roma nel 1950. Il Coe non deve essere confuso con l’Unione europea i cui membri sono 27. Al Cosiglio infatti ed alla corte dopo il crollo del comunismo dal 1990 hanno aderito numerosi Paesi dell’Est, tra cui la Russia. Ed è proprio la memoria a favore della posizione italiana della Federazione russa, Paese prevalentemente di religione prevalentemente ortodossa, insieme all’apporto di giuristi americani protestanti, e a quello dell’ebreo Weiler a smentire una delle tesi della sentenza del tre novembre, che il crocifisso sia un simbolo che interessi solo i cattolici. In particolare l’Adf è una fondazione nata nel 1994 a Phoenix nell’Arizona da un gruppo di leader religiosi di varie professioni religiose: cattolici come anche ebrei e protestanti. Lo scopo dell’iniziativa è di coordinare e dare fondi ad avvocati che sono disposti a occuparsi di casi che coinvolgano libertà di religione, difesa della vita e difesa del matrimonio così come concepito dalla Costituzione italiana.
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