Una Via Crucis attorno al Santo Sepolcro per pregare per la pace. Questa mattina 200 pellegrini delle diocesi di Roma e di Grosseto, guidati dall' Opera Romana Pellegrinaggi, hanno voluto compiere questo gesto di fede, in una Gerusalemme ancora sgomenta dopo la strage alla Sinagoga di Har Nof. La città è alla apparenza calma, benché dal cielo gli elicotteri dell'esercito passino e ripassino sorvegliando la situazione. I pellegrini italiani hanno dapprima pregato alla chiesa di Santa Caterina a Betlemme, poi si sono trovati alla chiesa della Flagellazione a Gerusalemme e di lì è partita la Via Crucis, che si è snodata attraverso la Via Dolorosa fino al Santo Sepolcro. Nei vicoli della Città Vecchia semi vuoti in questi giorni di tensione la preghiera è risuonata come una voce di speranza. Il gesto iniziale doveva essere una marcia per la pace da Betlemme a Gerusalemme, ma si è poi optato per la Via Crucis che, ha detto monsignor Leuzi, vescovo ausiliare di Roma, " è stata una scelta ancora più toccante, in questo momento doloroso".
Padre Ibrahim Faltas della Custodia di Terra Santa ha commentato così questo momento in Terrasanta: " Ci aspettiamo che la comunità internazionale intervenga nella trattativa per la pace, perché ė chiaro che israeliani e palestinesi in questo momento non sono in grado di fare passi avanti in questo senso. Dopo la visita al Santo Sepolcro il nunzio Giuseppe Lazzarotto ha ringraziato i pellegrini della loro visita, e il vescovo ausiliare di Betlemme Shomali ha invitato i cristiani a continuare a pregare per la pace, che è come un albero di ulivo: ha bisogno di alcuni anni per dare frutto, ma alla fine lo darà.