martedì 13 febbraio 2024
I "ribelli" del gruppo M23 stanno ormai per conquistare Sake, a 20 chilometri dalla capitale della provincia del Nord Kivu. Tensione alle stelle in tutta la regione, popolazione in fuga
Gli attacchi a Kinshasa contro i mezzi della missione di pace delle Nazioni Unite Monusco

Gli attacchi a Kinshasa contro i mezzi della missione di pace delle Nazioni Unite Monusco - Reuters

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A riflettori spenti e lontano dagli occhi dei media che contano, sono ripresi nella Repubblica democratica del Congo i combattimenti tra le forze governative e i "ribelli" (le virgolette sono d'obbligo perché la loro forma di ribellione è obbedire a ordini che arrivano dall'alto e spesso dall'esterno del Paese) del gruppo M23 (Marzo 23) nella regione orientale del Paese. Lo hanno annunciato diverse fonti, precisando che gli scontri si sono intensificati negli ultimi giorni intorno alla città di Sake, ubicata a circa 20 chilometri da Goma, capitale della provincia del Nord Kivu. "Nonostante la situazione, controlliamo la città di Sake", ha precisato una fonte della sicurezza, aggiungendo che "i combattimenti in questo momento sono ancora in corso".

Il sindaco della città, Maombi Mubiri, ha affermato che la popolazione è fuggita. "Per ora i ribelli occupano la parte meridionale" di Sake, "i wazalendo (milizia filogovernative) sono nella parte settentrionale", ha poi precisato. Inevitabile l'esodo di migliaia di persone che hanno cercato rifugio nella foresta: come sempre avviene da decenni nella più insanguinata parte dell'immenso Paese attraversato dal fiume del Cuore di tenebra.

Una fonte medica ha fatto sapere che si sentono colpi sporadici e che tre feriti sono stati curati e trasferiti a Goma: "La città non è ancora stata conquistata dai ribelli", ha continuato, chiedendo l'anonimato. Il ministro della Difesa congolese Jean-Pierre Bemba, alla sua seconda visita a Goma in meno di una settimana, ha rassicurato che "si sta facendo di tutto per proteggere la popolazione di Sake, Goma e dintorni" e che il governo di Kinshasa intende "riprendere tutti i territori" conquistati dai ribelli. La ripresa degli scontri, la presenza di milizie filo-ruandesi e di gruppi jihadisti sulle rive del lago Kivu, lasciando intendere che la situazione non può che peggiorare. Inoltre, da giorni, nella capitale Kinshasa le ambasciate occidentali sono presidiate perché non si fermato le polemiche e gli attacchi dei manifestanti contro la Missione delle Nazioni Unite Monusco accusata di non aver arginato l'avanza dei ribelli M23 nell'est e di essersi ritirata dalle zone di conflitto

Una vera e propria dichiarazione di sfida nei confronti del governo di Félix Tshisekedi già in difficoltà per i periodici scandali che coinvolgono esponenti del suo governo. Il territorio orientale non conosce praticamente pace dalla prima metà degli anni Ottanta, ben prima delle due guerre che hanno portato al potere Laurent Kabila nel 1997, poi assassinato nel 2001. Guerre scatenate per il controllo delle risorse, prima da movimenti eteroguidati da grandi società estrattive d'Oltreoceano e recentemente dai nuovi colonizzatori delle ricche regioni dell'Africa centrale, a partire dai russi e dai cinesi.

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