martedì 20 novembre 2012
​Il gruppo è bloccato in un'area assediata dai ribelli compresa tra il quartier generale dell'Onu e l'Osservatorio vulcanologico. Profughi accolti dai Salesiani e dai volontari della Vis. Farnesina in contatto con i nostri connazionali.
COMMENTA E CONDIVIDI
Un gruppo di circa 20 italiani, tra i quali il vulcanologo napoletano Dario Tedesco, docente presso l'Università Napoli 2, è intrappolato a Goma, città della provincia del Nord-Kivu, nel Congo Meridionale, assediata dai guerriglieri del movimento M23. A raccontarlo è lo stesso Tedesco che insieme ad altri esperti italiani e di vari Paesi, si trovano da diversi giorni nell'area  vicina al confine con il Ruanda, per studiare un vulcano della zona in eruzione.  Tedesco ha contattato colleghi di varie università italiane che hanno diffuso via internet un suo drammatico messaggio: "La città di Goma - ha scritto Tedesco su Skype - sta per cadere in mano ai ribelli, la situazione e drammatica e noi siamo bloccati tra due fuochi". Successivamente i ribelli hanno affermato di avere preso il controllo della città. Il gruppo di italiani è di fatto intrappolato in un'area compresa tra il quartier generale dell'Onu e quella dell'Osservatorio vulcanologico in cui stavano eseguendo gli studi. Una zona montagnosa da alcuni giorni sotto il fuoco dei ribelli dell'M23, il principale movimento di guerriglia del Congo, sostenuto dal Ruanda e dall'Uganda, Paesi confinanti, e difesa dall'esercito regolare della Repubblica Democratica del Congo.  Secondo quanto è riuscito ad apprendere il vulcanologo napoletano, la situazione "della popolazione civile è drammatica, in quanto in città ci sono migliaia di sfollati provenienti dalle zone circostanti e le comunicazioni sono estremamente difficoltose". Anche se Tedesco e gli altri italiani sono muniti di telefono satellitare, non possono in alcun modo, almeno per  il momento, allontanarsi dalla zona. Il punto di assistenza  più prossimo è il quartier generale dell'Onu che, a sua volta, si trova al centro degli scontri.​OLTRE 7MILA PERSONE GIUNTE AL CENTRO DON BOSCO Sono oltre 7mila le persone arrivate negli ultimi tre giorni nel Centro educativo Don Bosco Ngangi di Gomanella Repubblica Democratica del Congo gestito dai Salesiani di Don Bosco con il supporto dei volontari della ong VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo. Secondo il censimento realizzato oggi dagli operatori del Centro Salesiano tra queste 7mila persone, 5mila sono bambini e 111 di loro sono arrivati completamente soli. "Sono donne, bambini, famiglie intere in fuga dal conflitto riaccesosi giovedì scorso tra l'esercito regolare congolese (FARDC) - afferma il Vis - e diversi gruppi ribelli, tra i quali il principale è l'M23. Nella giornata di oggi, inoltre, la situazione si è aggravata con l'aprirsi di un altro versante dello scontro al confine congo-ruandese". "Abbiamo aperto le porte a più di 7mila profughi e sfollati arrivati due giorni fa dal campo di Kanyaruchinya e da altre zone - racconta padre Piero Gavioli, direttore del Centro Ngangi a Goma -. La tregua prevista nella giornata di ieri, non è durata. Colpi di fucile, e anche di mortaio o di cannone, i serbatoi vicini all'aeroporto stanno bruciando e l'intervento della Monusco, la forza Onu presente nella regione, non è efficace. Perchè? Non so fin dove arriverà la follia degli uomini". "I rifugiati sono nella grande sala, nelle classi, in qualche tenda e riparo di fortuna sul terreno di basket e in tutti gli spazi disponibili. La maggior parte dei rifugiati sono donne e bambini. Abbiamo il necessario per vivere. Ma se, come stiamo facendo, diamo da mangiare ai profughi e sfollati, fra poco non avremo più nulla neppure per i 3.300 bambini e giovani in difficoltà che frequentano tutti i giorni il centro. Abbiamo avuto acqua dal Croce Rossa Internazionale, con qualche biscotto e promessa di cibo da parte del PAM. Siamo sostenuti anche da War Child e Norwegian Refugee Council - continua padre Piero -. Il personale del Centro è al lavoro, presente e molto generoso, ha fatto il censimento dei nuclei famigliari dei profughi. I volontari italiani sono in prima linea, con la loro esperienza. Di fronte alla follia degli uomini, ci rifugiamo tra le mani delSignore che ci dà il coraggio di fare tutto quello che possiamo fare, per questi fratelli e sorelle disperati e rassegnati, per i bambini che non capiscono il perché"."Lanciamo oggi, Giornata Mondiale dei diritti dei bambini, un appello straordinario per sostenere la popolazione congolese accolta nel Centro Ngangi - dichiara Carola Carazzone, presidente del VIS -. È nostra intenzione di accendere un riflettore su questa drammatica situazione e raccontare il lavoro infaticabile dei volontari e dei Salesiani rimasti nel Paese a fianco della popolazione per promuovere e proteggere, nonostante il conflitto,i diritti dei bambini e delle persone piùvulnerabili".FARNESINA IN CONTATTO CON GLI ITALIANIL'ambasciata italiana a Kinshasa, in raccordo con l'Unità di crisi, è in stretto contatto con gli italiani nell'area di Goma, nella Repubblica democratica del Congo (Rdc), alla cui periferia si verificano scontri tra i ribelli e l'esercito. II connazionali nell'area, secondo quanto si apprende da fonti della Farnesina, sono per la maggior partereligiosi. Il vulcanologo Dario Tedesco, si trova adesso nella base Onu, e sta bene. Tedesco ha anche parlato conl'ambasciatore italiano a Kinshasa, Pio Mariani. Altri italiani, in gran parte "cooperanti", seguendo le indicazioni dell'ambasciata d'Italia a Kinshasa, "si erano allontanati dalla zona nei giorni scorsi". La sede diplomatica italiana - si apprende - ha richiesto l'intervento diretto dei mezzi della forza di pace delle Nazioni Unite presenti nell'area, per procedere al recupero dei connazionali più esposti, in particolare quelli presenti nella missione dei Caracciolini. "I connazionali che hanno chiesto ed ottenuto assistenza, sono al momento 15 - continua la Farnesina - su un totale di circa 50 tra laici e religiosi". L'ambasciata inoltre sta continuando una "serrata azione di monitoraggio per individuare la presenza di possibili connazionali che non si sono segnalati alle nostre autorità diplomatiche".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: