opo la prima giornata di apertura, è entrato ieri nel vivo il summit sul clima che vede riuniti a Copenaghen i delegati di 192 Paesi. Se da un lato gli ambientalisti hanno letto con positività la svolta dell’Agenzia americana dell’Ambiente (l’Epa), che ha ammesso lunedì i danni alla salute causati dalle emissioni di gas nocivi, dall’altro lato c’è da sottolineare lo scetticismo di ieri del presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, secondo il quale da Copenaghen non uscirà «un accordo vincolante perché alcuni Paesi non sono ancora pronti».Su tutto poi la giornata – in cui peraltro la Cina ha chiesto ai Paesi ricchi di «dimostrare la loro sincerità e la loro volontà politica» – ha visto circolare dati inquietanti sul riscaldamento del pianeta. «La temperatura media sta aumentando drammaticamente – ha evidenziato Greenpeace – I cinque anni più caldi da quando i dati sono stati registrati fin dalla metà del 1900 si sono verificati tutti negli anni ’90, e 10 degli 11 anni più caldi si sono avuti dal 1980. Il 1998 è stato l’anno più caldo mai registrato. Nessuno scienziato serio dubita degli effetti del riscaldamento del pianeta negli ultimi decenni». Altri dati allarmanti, limitatamente al nostro Paese, sono stati diffusi dall’Isac-Cnr: il 2009 si posiziona al quinto posto tra gli anni più caldi in Italia dall’800 ad oggi e i 20 anni più caldi dei due secoli sono tutti successivi al 1980.Davanti a questi dati l’Unione europea – stando alla bozza di conclusioni del Consiglio europeo che domani e venerdì riunirà a Bruxelles i capi di Stato e di governo dei Ventisette – chiederà che «entro sei mesi» dalla fine della conferenza sul clima ci sia un trattato vincolante. Nel testo è già formulato l’impegno dell’Ue a contribuire al fondo per i Paesi poveri nella risposta al cambiamento climatico, ma per ora il dato cruciale, e cioè la cifra esatta, è indicata solo con «x» miliardi di euro.L’Ue, si legge nella bozza, vuole da Copenaghen un accordo che sia «globale, onnicomprensivo e ambizioso», oltre che «vincolante». Ma è lo stesso presidente della Commissione Ue Barroso ad apparire scettico sul summit, soprattutto perché alcuni Paesi, come Usa e Cina, «non sono ancora pronti ad un accordo vincolante». Barroso ha comunque sottolineato come sia «un dovere» arrivare a un’intesa perché quella dei cambiamenti climatici rappresenta una «minaccia effettiva».Pechino dal canto suo, tramite la portavoce del ministero degli Esteri Jiang Yu, ha chiesto ieri «impegni concreti» e «trasferimenti di tecnologia» ai Paesi più poveri. La Cina ritiene che «la chiave per il successo» del summit sul clima stia nel «seguire i principi stabiliti dal protocollo di Kyoto e dalla riunione di Bali», cioè quelli in base ai quali i Paesi più ricchi devono prendere impegni precisi e vincolanti per agire contro il riscaldamento del pianeta. Jiang Yu ha confermato che il premier cinese Wen Jiabao parteciperà ai lavori della conferenza ma non ha precisato la data della sua partenza per la Danimarca. Intanto un rapporto diffuso ieri da economisti cinesi sottolinea che la Cina deve fare molto di più se vuole dimezzare le emissioni pro capite di gas serra entro il 2050, ma che Pechino non può farlo da sola.